Artista visivo e della parola, Balestrini approda nella città lombarda con una rassegna che ne celebra la produzione tra gli anni Settanta e Ottanta del Novecento. Mescolando storia e creatività.
È una mostra dai grandi numeri, quella ospitata fino al 31 gennaio dalla Fondazione Mudima di Milano. Nanni Balestrini – Vogliamo tutto, a cura di Manuela Gandini, riunisce circa 200 opere dell’artista meneghino, testimonianza visiva del contesto sociale e politico in cui si è sviluppata la poetica dell’autore cui è dedicata l’esposizione. Un decennio denso e cupo come quello degli anni Settanta trova eco nelle parole cariche di petrolio e inquietudine usate da Balestrini per descrivere un’epoca segnata dal terrorismo e dagli scontri.
I collage e i gouache degli anni Ottanta, invece, lasciano maggior spazio al colore e a una apparente leggerezza.
Senza emettere giudizi, Balestrini restituisce una sintesi delle illusioni umane e il potere incontrastato della rappresentazione mediatica, ben espressi da uno dei suoi libri più celebri, Vogliamo Tutto, da cui prende il titolo la mostra.
Apocalisse e speranza coesistono nei collage neri o a colori, costituiti da frammenti di pubblicità, fotografie di cronaca e paesaggi, dando voce non solo a un’epoca storica, ma alle immutabili caratteristiche dell’animo umano.
[Immagine in apertura: Nanni Balestrini, Potere Operaio, 1972. Photo by Edoardo Tacconi, fonte Flickr]