In occasione della Giornata della Memoria hanno inaugurato due rassegne dal forte impatto emotivo, incentrate sugli oggetti appartenuti alle vittime dell’Olocausto.
Ricordare la Storia è fondamentale, perché le atrocità avvenute in passato non si ripetano. È questo uno degli obiettivi delle mostre allestite, rispettivamente fino al 10 e al 24 febbraio, presso il quartier generale UNESCO di Parigi e il Memoriale di Auschwitz-Birkenau.
Riunite sotto il titolo di Archaeology, le due rassegne celebrano il ricordo delle innumerevoli vittime della Shoah attraverso gli oggetti custoditi dai condannati alla camera a gas nell’atroce campo di sterminio nazista. Orologi, spazzole, pipe, accendini, bottoni e chiavi evocano le storie di quanti, inconsapevoli della tragedia che si stava per abbattere su di loro, andavano incontro al proprio triste destino.
Reperti di un capitolo storico fra i più terribili di sempre, gli oggetti fanno parte degli oltre 16mila effetti personali ritrovati durante la campagna di scavi condotti nel 1967 nella zona della camera a gas del crematorio III di Birkenau. Tuttavia, per ragioni oggi definite ignote, molti dei reperti non confluirono nei magazzini del Memoriale, ma caddero nell’oblio.
Il ritrovamento di alcuni di essi prende le mosse dalla ricerca avviata nel 2015 in seguito a un’attenta analisi condotta sul film Archeology – realizzato nel 1967 da Andrzej Brzozowski per documentare gli scavi, condotti appunto con gli stessi metodi di una spedizione archeologica – che testimonia l’esistenza di un numero decisamente superiore di reperti.
Mesi di ricerche hanno portato lo staff del Memoriale e Museo alla scoperta di ben 48 scatole colme di oggetti presso l’Accademia polacca delle Scienze a Varsavia. Oggi conservati ad Auschwitz, molti degli oggetti riemersi dall’oblio sono protagonisti delle due mostre in corso.