I ritratti “impossibili” di Ruud van Empel, a Londra

23 Febbraio 2017


Si è guadagnato fama in tutto il mondo grazie alla sua tecnica unica: è il fotografo olandese Ruud van Empel, la cui cifra stilistica è l’assemblaggio di decine di fotografie dalle quali prendono forma affascinanti – e spesso visionarie – immagini.
La galleria londinese Beetles+Huxley gli dedica, fino al 18 marzo prossimo, una personale che mostrerà, per la prima volta nel Regno Unito, anche la recente serie Mood.
Reinventando in chiave digitale la tecnica del collage, l’artista confonde l’osservatore con risultati che oscillano tra una rappresentazione pittorica idealizzata e il realismo connaturato alla fotografia. Dinanzi alle sue opere, si è invitati a riconsiderare le proprie sicurezze visive: di fronte agli occhi c’è una realtà, una finzione o altro ancora?

Originario di Breda, dove è nato nel 1958, dopo una formazione in graphic design alla Academie St. Joost, Ruud van Empel ha lavorato come grafico per alcuni anni. Quindi ha intrapreso il proprio percorso di ricerca e, fin qui, si è misurato con alcuni soggetti ricorrenti, senza rinunciare a incursioni nella storia dell’arte. In questo specifico campo, ha spaziato dai grandi maestri olandesi fino ai pittori rinascimentali tedeschi.
Suo tema d’elezione, inoltre, è l’universo della giovinezza, portatore di innocenza e nostalgia e indagato all’interno di cornici naturalistiche. Proprio attraverso Mood continua a esplorare tale filone: in mostra sono presentate 12 nuove opere in cui combina pattern, texture, straordinari effetti di luce e magnetiche figure umane.