Carlo Zini, tra i Grandi Bigiottieri Italiani

27 Marzo 2017

carlo zini, bottetto disegni e bijoux, 1980, foto francesco di bona

Sono un uomo che ha avuto la fortuna di fare quello che sognava di fare“, ha dichiarato Carlo Zini, designer e artigiano produttore di bigiotteria, al centro del terzo appuntamento del ciclo espositivo Grandi Bigiottieri Italiani.
Ideata e curata dalla storica e critica del gioiello Bianca Cappello, in collaborazione con il Museo del Bijou di Casalmaggiore, la nuova mostra della rassegna ripercorre 40 anni di creazione, tra arte, moda e costume. Con esemplari pensati per il jet set internazionale ed edizioni d’autore, la mostra a Casalmaggiore, aperta fino al 4 giugno 2017, celebra lo stile e la visione di Carlo Zini, ricordando anche le prestigiose collaborazioni con brand come Enrico Coveri, Curiel e Moschino.

Scultore di luce“, come lo ha definito la curatrice, Zini lega il proprio nome e la propria fama soprattutto all’impiego di cristalli e strass. Sono queste le materie, assieme al rodio, alle resine “che imitano le pietre dure come il turchese, l’onice, la giada imperiale ed il corallo“, con le quali ha concepito i suoi “bijoux iperbolici, per donne forti, ironiche e sicure“.
Nato a Milano, nel 1950, Carlo Zini si è formato nel laboratorio del padre. A 16 anni è entrato come modellista da Diana Monili, storica azienda milanese. Nel corso di questa esperienza è avvenuto l’incontro con Cathy Berberian, cui deve l’avvicinamento allo studio dell’oreficeria, attraverso i libri di arte e i gioielli di scena di quest’ultima. Risale agli anni Settanta l’apertura del laboratorio Zini in Ripa di Porta Ticinese, seguita dalla progressiva crescita del marchio, dall’ampliamento dell’azienda e dall successo a livello non solo nazionale. Più di recente, nel 2015, Carlo Zini ha scelto di ritirarsi, chiudendo la sua ditta, rilevata dal collaboratore e compagno, fin dagli anni Ottanta, Marco Fei.

[Immagine in apertura: Carlo Zini, Disegni e bijoux, 1980, photo by Francesco di Bona]