Che cos'è la fotografia, in che modo rappresenta e ci aiuta a comprendere il mondo che ci circonda? Sono i quesiti filosofici cui intende rispondere la mostra 'Life World', in corso fino al termine di aprile presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino.
Attraverso una selezione di scatti provenienti dalla Collezione di Isabel e Agustin Coppel, la mostra Life World a cura di Tanya Barson, in corso fino al 30 aprile presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, intende muovere i primi passi verso una “filosofia della fotografia”.
Innegabile, infatti, che ormai l’immagine fotografica sia uno strumento di conoscenza e coscienza primario, nella società contemporanea: la sua circolazione ci permette di cogliere la “mondità del mondo”, per dirla con le parole di Heidegger, ovvero ci mette in contatto con tutti i fenomeni dell’esperienza quotidiana anche quando alcuni di questi eventi si svolgono in luoghi – geografici e culturali – a noi inaccessibili fisicamente.
Che immagine dà del mondo, la fotografia contemporanea? In che modo riesce a coniugare il valore di testimonianza di una realtà concreta e la smaterializzazione dell’immagine stessa, complice l’avvento della fotografia digitale?
La mostra risponde indagando tre diversi “mondi”, sempre riprendendo una classificazione cara alla filosofia fenomenologica: il mondo sociale, l’ambiente o mondo-intorno e quello interiore. Organizzata in questi tre principali gruppi di immagini – firmati da autori che spaziano da Diane Arbus a Vito Acconti, da Henri Cartie-Bresson a Edward Weston – la mostra prende in esame il ruolo che la fotografia ha svolto nel comunicare che cosa significa esistere, come noi esistiamo insieme agli altri, e come sviluppiamo un’esistenza indipendente e il senso di una nostra identità; in ciascuna categoria, la fotografia è un mezzo per riflettere sulla sfida di essere nel mondo.