Attraverso un meticoloso studio della luce artificiale, l'artista statunitense Doug Wheeler si è misurato con gli spazi del museo di New York: azzerando i canoni spazio-temporali, con la sua installazione dà vita a un ambiente immersivo che incoraggia alla contemplazione.
Tra i pionieri del movimento Light and Space, l’artista statunitense Doug Wheeler è in mostra al Guggenheim di New York con l’installazione PSAD Synthetic Desert III. Fino al 2 agosto 2017 – con una sospensione nel periodo compreso tra il 6 e il 12 aprile 2017 – i visitatori, rigorosamente distribuiti in gruppi di cinque persone, potranno sperimentare l’esperienza ottica, acustica e spaziale di uno dei suoi celebri interventi.
L’opera riesce a sollecitare, all’interno della dimensione definita di un ambiente museale tradizionale, le medesime sensazioni che si possono provare osservando la vastità dei deserti dell’Arizona settentrionale. Risalente al 1971, PSAD Synthetic Desert III modifica i connotati della sala espositiva in cui è inserita, trasformandola in una sorta di “regno ermetico”. I fruitori, avvolti dal silenzio, sono calati in uno “spazio sterminato”, la cui infinitezza viene assicurata dallo scrupoloso studio dell’intensità luminosa.
A partire dagli anni Sessanta, Doug Wheeler ha progressivamente preso le distanze dalla prima fase della sua produzione, contraddistinta dalla realizzazione di grandi quadri astratti bianchi che incoraggiavano “un’esperienza ottica autentica“. Dopo aver sperimentato varie tecniche, che gli hanno permesso di approdare anche alla serie Encasements light, si è orientato verso la creazione di ambienti immersivi. In questi lavori, il volume architettonico di inserimento viene reinventato; l’artista ricorre alla luce artificiale e al suono come primari mezzi di espressione. Tali ipnotici interventi, coinvolgenti e meditativi, inducono negli osservatori “disorientamento e consapevolezza dei propri limiti corporei“.
[Immagine in apertura: Doug Wheeler, PSAD Synthetic Desert III, Solomon R. Guggenheim Museum, New York, March 24–August 2, 2017. Photo: David Heald © Solomon R. Guggenheim Foundation]