Dopo 13 anni dall'ultima esposizione che li ha visti affiancati l'uno all'altro, al Metropolitan Museum of Art di New York sono in mostra gli ultimi due dipinti eseguiti da Caravaggio. Una rara occasione per ammirarli insieme e riflettere sulla fase conclusiva della produzione del Maestro seicentesco.
Sono Martirio di Sant’Orsola e La Negazione di Pietro le due opere protagoniste dell’eccezionale esposizione Caravaggio’s Last Two Paintings, ospitata al Met Fifth Avenue di New York dall’11 aprile al 9 luglio 2017.
A uno dei “giganti” dell’arte italiana e internazionale, il prestigioso museo statunitense rivolge il proprio sguardo destinando una specifica attenzione alla fase finale della carriera del pittore. Resa possibile grazie al sostegno di Banca Intesa Sanpaolo, che l’ha inserita all’interno del proprio programma culturale, e della Fondazione per l’Arte e la Cultura Italiana (FIAC), la mostra costituisce una rara opportunità di visione congiunta dei due lavori.
Il precedente più recente risale infatti al 2004. Da allora, lo studio sullo stile tardo di Caravaggio ha continuato ad appassionare gli specialisti del settore e le novità emerse vengono presentate in questa esposizione.
Nelle due opere, risalenti entrambe al 1610 – anno della morte di Caravaggio, scomparso a Porto Ercole – la carica psicologica delle figure risulta prevalente rispetto alla rappresentazione naturalistica. Tale peculiarità viene interpretata da alcuni critici e storici come manifestazione della volontà di Caravaggio di “svelare un mondo oscuro”, aggravato dalla consapevolezza del destino che sta per compiersi. La vicenda biografica dell’artista e la tragicità della vita stessa sembrano sommarsi in queste due tele, favorendo una possibile intersezione tra arte e realtà. I distintivi contrasti tra luce oscura e luce, soprattutto ne Il Martirio di San Ursula, non sono solo un “dispositivo drammatico”, ma si pongono come una “simbolica allusione al peccato e alla redenzione, alla morte e alla vita“. Dal loro esame emergono ulteriori elementi di novità rispetto alle altre fasi della carriera del pittore. L’analisi compositiva rivela un’impostazione orientata verso uno “stile minimalista”, ridotto all’essenzialità.