Ad Ariccia, l’arte contemporanea conquista Palazzo Chigi

25 Maggio 2017

Gianfranco Baruchello, Adozione della pecora, veduta dell'installazione, 2016. Courtesy Fondazione Baruchello. Crediti fotografici: Federico Maria Tribbioli

Dopo le due edizioni a Zagarolo, cambia sede e si trasferisce ad Ariccia, a meno di 20 chilometri da Roma, la kermesse Granpalazzo 2017, nata da un’idea di Paola Capata, Delfo Durante, Ilaria Gianni e Federica Schiavo.
Nel piano nobile e nel mezzanino della storica dimora – divenuta dal 1999 una delle sedi del Museo del Barocco romano e luogo di esposizione dell’importante collezione opere provenienti dai corpus Chigi, Bean e Koelliker –  le 27 gallerie internazionali invitate tratteggeranno, attraverso i propri artisti, gli scenari sperimentali dei nostri giorni.

Oltre all’adesione di realtà europee, in arrivo da Austria, Francia, Germania, Gran Bretagna, Olanda, Portogallo, Romania, Spagna e dall’Italia, si segnala la presenza di gallerie statunitensi. A unificare i solo project presentati sarà il ritratto anagrafico degli artisti invitati, in larga parte nati tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta.
Nella due giorni di Granpalazzo 2017, in programma sabato 27 e domenica 28 maggio 2017, arriveranno ad Ariccia anche performance e iniziative collaterali, alcune delle quali frutto della partnership con importanti istituzioni e soggetti del settore, attivi nel contesto romano, come la Fondazione VOLUME!, smART – polo per l’arte e la Fondazione Baruchello.

Quest’ultima sarà presente con Adozione della pecora di Gianfranco Baruchello. L’artista, una delle voci più significative dell’arte italiana, nato a Livorno nel 1924, è autore di un intervento, modellato sui concetti di condivisione e di “farsi carico”. Sabato 27 maggio, alle ore 15, un “gregge” di pecore in legno verrà condotto direttamente dai visitatori e dagli ospiti di Granpalazzo 2017: nel corso della performance entreranno così nel ruolo di “pastori”.

[Immagine in apertura: Gianfranco Baruchello, Adozione della pecora, veduta dell’installazione, 2016. Courtesy Fondazione Baruchello. Crediti fotografici: Federico Maria Tribbioli]