Come è cambiata la fotografia di architettura dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri? Quale rilievo hanno progressivamente assunto gli edifici nell'immaginario visivo contemporaneo? Al Mart Rovereto una mostra riflette su questi temi, ricorrendo a un'accurata selezione di immagini.
Introdotta dall’Open Day del 7 maggio scorso – una domenica di apertura gratuita del Mart Rovereto, accompagnata da una festa con eventi, musica, visite guidate, laboratori – la mostra Costruire con la luce. Fotografie di architettura dagli archivi del Mart chiama a raccolta curiosi e appassionati del genere con un’ampia selezione di materiali che, dalla fine dell’Ottocento, arrivano agli anni più recenti.
Aperta fino al 27 agosto, la rassegna riunisce una selezione di materiali provenienti dai fondi documentari e librari dell’Archivio del ʼ900 con opere di Gabriele Basilico, Lucia Moholy, George Everard Kidder Smith, Fulvio Roiter, Ugo Mulas, Cesare Colombo e Sergio Perdomi per tracciare un quadro dell’evoluzione della fotografia di architettura.
Le preziose testimonianza attestano il progressivo rilievo assunto dall’edilizia nella definizione del contesto visivo.
Proposte su una pluralità di supporti – sciolte o assemblate in album, replicate e riprodotte, applicate su pannelli – queste fotografie illustrano anche gli indirizzi e gli sviluppi del genere fotografico e il suo contributo nella fortuna critica di alcuni edifici. Nell’arco temporale preso in esame dal percorso espositivo, si assiste infatti al passaggio da stile oggettivo e impersonale, legato alle esperienze di fine Ottocento, alla ricerca di un linguaggio autonomo portata avanti dalle avanguardie storiche.
Lo scenario continua mutare nel secondo dopoguerra, quando stili e linguaggi messi in campo arrivano a comprendere fotoreportage, inquadrature dello spazio urbano e sperimentazioni di astrazione lirica.