Un nuovo metodo di "machine learning", in cui i computer apprendono acquisendo dati pur senza essere programmati passo per passo, ha dimostrato di saper identificare i diversi generi con maggiore esattezza rispetto all'uomo.
Potrebbe rappresentare una svolta nella pianificazione e nella gestione dei database musicali, e di conseguenza nei sistemi di recupero dei dati multimediali, la tecnologia messa a punto dai ricercatori della Cambridge Consultants, recentemente resa nota. A partire da complessi algoritmi, gli specialisti della società anglosassone – attiva da oltre 50 anni nella definizione di prodotti innovativi, in grado di fornire supporto avanzato ad aziende internazionali – ne hanno testato la capacità nel rilevare e distinguere i diversi generi musicali.
I risultati conseguiti sono stati sorprendenti e hanno dimostrato un’attitudine superiore alle metodologie tradizionali nel cogliere le differenze, non solo laddove risultano immediatamente riconoscibili – ad esempio tra il rap e la musica barocca – ma anche nei casi più articolati.
In particolare, tale sistema di apprendimento ha offerto ottime risposte durante le esibizione dal vivo. Nel corso di un live in cui un pianista ha eseguito brani che intercettavano un’ampia gamma musicale, dal barocco alla classico, dal ragtime al jazz, la tecnologia ha infatti agito in tempo reale, rilevando le diverse influenze e valutando il probabile genere di riferimento. I risultati conseguiti hanno superato la prestazione del tradizionale software codificato a mano, di matrice umana.