Uno dei simboli creativi del Novecento torna nel Belpaese dopo più di quindici anni di assenza. Complice una densa retrospettiva in suo onore, allestita nella Capitale.
È un evento destinato a far parlare di sé la grande mostra monografica ospite di Palazzo Cipolla, nel cuore di Roma, fino al 23 luglio. La ragione è semplice ed è connessa al suo protagonista: Arman, personalità creativa fra le più note del secolo scorso.
Curata da Germano Celant, Arman 1954-2005 riunisce circa settanta opere ideate dall’artista francese naturalizzato americano fra gli anni Cinquanta e i primi anni Duemila. Domina il percorso espositivo un viaggio a ritroso nella poetica dell’autore, noto per la sua abilità nel declinare pittura e scultura, assemblage e ready-made, disegno e azione.
Dai Cachets alle Accumulations, dalle serie Poubelles e Inclusions ai recenti Sandwich Combo, Arman ha saputo distinguersi come fine interprete della materia, ibridandola e scomponendola nelle sue peculiarità. Ironia ed eclettismo completano il registro stilistico messo in campo da un indimenticato Maestro contemporaneo.
[Immagine in apertura: Arman, Stegosaurus Plierus, 1978. Accumulazione di chiavi inglesi in bronzo saldate tra loro e alla base, 55,9 x 82,6 x 29,9 cm]