La prestigiosa sede museale partenopea ospita il debutto dell’artista americano in una istituzione pubblica italiana. Omaggiando la sua ricerca, votata all’universo delle immagini digitali.
Classe 1972, Wade Guyton si è guadagnato un ruolo di primo piano nella scena creativa internazionale. Fino all’11 settembre il Museo MADRE di Napoli fa da cornice a Siamo arrivati, la mostra che accende i riflettori sulla produzione dell’artista americano, impegnato in un’indagine sulla circolazione delle immagini digitali e sul loro potenziale.
Ispirandosi ai dettami della Pop Arte e dell’Arte concettuale, Guyton ha messo a punto una tecnica apparentemente semplice ma efficace. Attraverso l’uso di una stampante a getto d’inchiostro, l’artista riporta sulla tela o su altri supporti una serie di motivi e segni ricorrenti, precedentemente processati usando programmi come Photoshop o Word.
Il risultato è un’acuta riflessione sulla dialettica fra strumenti digitali e mezzi analogici, usando le arti visive come lente per svelare i conflitti in essere sul fronte delle nuove tecnologie e della loro estetica. Le opere ideate appositamente per il museo campano sono il frutto di una residenza compiuta a Napoli dall’artista e dal suo team e si presentano come un’allegoria della iper-connessione globale contemporanea.
Allestiti al terzo piano del museo, i lavori di Guyton si basano sulla coesistenza di forme minimali e astratte – cifra stilistica della sua poetica recente – e di nuovi motivi di matrice figurativa, che derivano dalle immagini fotografiche di partenza, poi trasformate dalle manipolazioni digitali e dalla stampa su un supporto concreto.
[Immagine in apertura: Wade Guyton, Untitled, 2013, quattro quadri 175 x 488 x 4 cm ciascuno. Veduta dell’allestimento al Carnegie International, Carnegie Museum of Art,
Pittsburgh, PA, 2013]