La città di Satka, nell’area meridionale dei Monti Urali, ha ospitato la seconda edizione dell’omonima rassegna dedicata all’arte urbana. Puntando lo sguardo su un tema particolarmente attuale e invitando anche due nomi di punta dello scenario italiano.
Ha preso le mosse dall’attualissimo tema dell’ecologia e dall’urgente necessità di salvaguardare gli equilibri del pianeta Terra la seconda edizione del Satka Street Art Festival, rassegna intitolata all’arte urbana dalla cittadina industriale sorta su un territorio deditoall’estrazione mineraria e alla produzione di mattoni refrattari.
Supportata dal Fondo “Sobranie, dal Consiglio svizzero per la cultura Pro Helvetia e dall’Istituto Italiano di Cultura di Mosca, la kermesse ha visto protagonisti i russi Petro e Slak di Aesthetics Group, gli svizzeri Nevercrew e i “nostri” Solo e Diamond, presentati dalla storica dell’arte Simona Capodimonti e autori di due interventi sinergici, realizzati sulle facciate in cemento di due palazzi contigui (nell’immagine in apertura).
Natura, mitologia, storia recente, imprese nello Spazio sono solo alcune delle suggestioni che animano le opere di Solo e Diamond, che tracciano rispettivamente i contorni del volto di una donna astronauta e di una figura femminile dalle fattezze Liberty, ispirata da un’antica fiaba russa. Un mix di rimandi declinati nella lingua della contemporaneità.