Ispirata da Man Ray, l’artista pinerolese rinuncia al digitale per affidarsi alla lirica imperfezione dell’analogico. È così che nascono i suoi piccoli fragilissimi mondi, fatti di natura e poesia.
In un mondo dominato dal digitale, dove fare fotografie, modificarle e condividerle in tempo reale è consuetudine, Alice Serafino utilizza tecniche analogiche: camera oscura, bacinelle, lavaggi e acidi – dove l’errore non può essere riparato con un click.
Riscopre così il piacere della lentezza e dell’attesa; il suo lavoro è nutrito dalla pazienza, dalla tenacia, dal legame quasi carnale per ciò che raccoglie, sceglie, conserva e protegge in attesa che prenda vita sulla carta fotografica o nel blu delle cianotipie.
Tutto questo lento procedere dell’artista pinerolese, che si ispira al pensiero dadaista di Man Ray, è visibile nella mostra Buio Luce e Meraviglia. I piccoli fragilissimi mondi di Alice Serafino, in corso fino all’8 luglio presso la Elena Salamon Arte Moderna, piccola ed elegante galleria nella centrale piazza IV marzo, a Torino.
“Il mio amore per la natura deriva da ciò che vedo e vivo da quando sono nata”, afferma Serafino. “Mio padre è biologo e grazie a lui, da sempre, ho a che fare con piante e insetti con i quali, crescendo, ho trovato il mio modo di lavorare: da piccola costruivo erbari, oggi realizzo rayografie”.