Il Castello Aragonese di Otranto si prepara ad accogliere una mostra destinata a far parlare di sé: una selezione di opere realizzate dal maestro secentesco e dai suoi successori, attivi nel Sud dello Stivale.
Dall’11 giugno al 24 settembre, una delle raccolte artistiche più prestigiose di sempre raggiungerà il grande pubblico, ospite del Castello Aragonese di Otranto. Stiamo parlando della raccolta conservata presso la Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi, custode del lascito dell’illustre storico dell’arte italiano, ma anche eccezionale collezionista.
Intitolata Caravaggio e i caravaggeschi nell’Italia meridionale dalla collezione della Fondazione Longhi, la mostra riunirà un importante nucleo di opere pittoriche raccolte da Longhi nella propria dimora fiorentina, oggi sede della Fondazione che porta il suo nome. Lo studio della pittura caravaggesca e di quella dei successori del Merisi fu oggetto di studi approfonditi da parte di Longhi, che dedicò la sua tesi di laurea, nel 1911, a un capitolo della storia dell’arte ancora poco conosciuto.
Il corpus di opere caravaggesche collezionate da Longhi prende le mosse dal Ragazzo morso da un ramarro del Merisi, acquistato attorno al 1928 e databile fra il 1596 e il 1597, all’epoca del soggiorno romano di Caravaggio. Un’opera rivoluzionaria per la resa gestuale e cromatica, che influenzò profondamente le generazioni di artisti contemporanee e successive. La mostra pugliese riunirà, accanto al Caravaggio, i dipinti firmati dei suoi seguaci meridionali o attivi nell’Italia del Sud, testimonianze fondamentali per comprendere il valore storico-artistico della pittura del maestro.
Tra questi spiccano 5 tele con protagonisti gli Apostoli, di un giovane Jusepe de Ribera, e la Deposizione di Cristo di Battistello Caracciolo, considerato il principale caravaggesco napoletano. L’influenza esercitata da Caravaggio sul contesto partenopeo è dimostrata dal David di Andrea Vaccaro e dal San Girolamo del Maestro dell’Emmaus di Pau, mentre in Sicilia fu Matthias Stom a seguirne l’esempio, mescolando derivazioni nordiche e stilemi nostrani. Chiuderanno il percorso due capolavori di Mattia Preti, che contribuì a mantenere vivo l’esempio caravaggesco per tutto il Seicento.