Una “ballata della pace” tra le opere d’arte, per i 375 anni di Montréal

8 Giugno 2017

Jonathan Borofsky (born in 1942), Human Structures Vancouver, 2010, 64 moulded, welded and painted galvanized steel figures, concrete base, 730 x 510 x 510 cm. Vancouver Biennale loan, in collaboration with the McGill University Visual Arts Collection. Photo GoToVan

Il 2017 è un anno speciale per la città di Montréal. La popolare destinazione del Canada, nonché centro maggiore della provincia del Québec, festeggia infatti in grande stile il traguardo del 375esimo anniversario della sua fondazione.
Un appuntamento enfatizzato da due ricorrenze altrettanto straordinarie: proprio quest’anno, si celebrano anche il 50esimo anniversario di Expo 67 e il 150esimo anniversario della fondazione del Canada.

Nel nutrito programma messo a punto per la straordinaria occasione, che comprende anche l’esposizione Habitat ‘67 vers l’avenir/ The Shape of Things to Come, legata a uno dei progetto architettonici del Novecento di maggiore rilievo per l’interno paese nordamericanoa emergere è la mostra-evento La Balade de la Paix / An Open-Air Museum.
Inaugurata nei giorni scorsi e aperta fino al 29 ottobre 2017, è una grande rassegna di arte pubblica e si estende per circa un chilometro, intercettando il tracciato della Sherbrooke Street.

Organizzata dal Montreal Museum of Fine Arts (MMFA), in collaborazione con McCord Museum, Concordia e McGill universities, La Balade de la Paix lancia ai residenti e visitatori della città l’invito a percorrere questa “passeggiata nell’arte” con lo stesso spirito che anima i partecipanti alle marce della pace.
Negli intenti degli organizzatori, camminare tra le 67 opere d’arte e le circa 200 bandiere del percorso, in rappresentanza dei Paesi di tutti i contenenti e delle province canadesi, vuol dire infatti riannodare i fili della memoria per riprendere e portare avanti il messaggio di pace, tolleranza e concordia tra i popoli che fu proprio di Expo 67.

Questo percorso artistico, di alto valore simbolico, si snoda tra 29 sculture e installazione di importanti artisti, canadesi e internazionali – con opere, tra gli altri, di Fernando Botero, Alexander Calder, Keith Haring, Yayoi Kusama, Robert Murray, Dennis Oppenheim, Niki de SaintPhalle, Giuseppe Penone, Michelangolo Pistoletto e Ugo Rondinone – e 40 fotografie.
Riprodotte in grande formato e opera di artisti di base a Montréal, intendono offrire un ritratto generoso della varietà della nostra umanità, testimoniano la necessità di tornare a vivere insieme armoniosamente. La speranza di pace diffusa da questo museo temporaneo all’aria aperta diventa ancora più urgente e condivisibile nell’attuale scenario politico internazionale.

[Immagine in apertura: Jonathan Borofsky, Structures humaines Vancouver, 2010. Prêt de la Biennale de Vancouver, en collaboration avec la Collection d’arts visuels de l’Université McGill. Photo GoToVan]