Un’Antica Roma inedita riaffiora dagli scavi della metro C

28 Giugno 2017


Sarebbe stato un rovinoso incendio a mantenere in buono stato di conservazione parti del solaio ligneo, mosaici, affreschi e addirittura del mobilio dei due ambienti rinvenuti nei giorni scorsi a Roma, a largo Amba Aradam. Nell’ambito delle attività legate alla realizzazione della nuova linee della metropolitana urbana capitolina, nel corso degli scavi per il cosiddetto pozzo Q15 – opera necessaria alla messa in sicurezza delle limitrofe mura Aureliane – sono infatti riaffiorati dalla viscere della terra due ambienti della media età imperiale.

Sebbene non si tratti di un episodio senza precedenti, nella lunga storia dei cantieri per la mobilità di Roma, questo recente ritrovamento ha dell’eccezionale, come sottolineato anche dalla Soprintendenza archeologica di riferimento. In particolare, le agenzie di stampa fanno notare che “il rinvenimento in questa sede di parti lignee, benché carbonizzate, così leggibili e consistenti, è un unicum per Roma e in generale di estrema rarità per epoche così antiche. L’area dello scavo, ancora in corso, interessa le pendici meridionali del Celio, colle che in età imperiale vede sulla sua sommità lussuose abitazioni aristocratiche e in basso, a sud, una serie di edifici militari, tra cui la ormai celebre caserma rinvenuta recentemente in via Ipponio nel corso dello scavo della Stazione Amba Aradam della Linea C della metropolitana.”
Oltre al solaio di legno carbonizzato e agli altri interessanti resti in legno, in uno degli ambienti risulta ancora leggibile un pregevole mosaico in bianco e nero, con doppia cornice di bordo a foglie cuoriformi e onde correnti.

A nove metri dal livello di calpestio, infine, insieme a testimonianze di interesse artistico e architettonico sono riemerse anche porzioni della scheletro di un cane. I resti dell’animale sono stati rinvenuti in quella che gli esperti considerano la porta di ingresso dell’edificio: un segnale che farebbe pensare a un evento tanto funesto quanto improvviso.
Un ulteriore filone di indagine aperto in seguito alla scoperta nel corso dello scavo riguarda le cause dell’incendio. Al vaglio dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ci sarebbe infatti anche la possibilità che lo stesso sia stato provocato da terremoto.