È scomparsa all'età di 89 anni l'attrice - e poi cantante e regista - Jeanne Moreau, volto iconico della Nouvelle Vague che ha saputo prestare la propria immagine a tanti personaggi drammatici dall'umanità complessa e trasgressiva, a cominciare dall'indimenticabile Catherine al centro di "Jules e Jim", diretto da François Truffaut.
Stamattina, il corpo senza vita di Jeanne Moreau è stato ritrovato nella sua casa di Parigi. Attrice, ma anche cantante e regista, quella che è stata un’indimenticabile protagonista della Nouvelle Vague francese si è spenta all’età di 89 anni.
Dopo aver studiato all’Accademia d’arte drammatica parigina ed essere entrata a far parte della Comédie-Française, negli anni Cinquanta il suo talento come attrice permette a Jeanne Moreau di passare velocemente da ruoli minori a parti di notevole rilevanza, anche per la sorte stessa del cinema internazionale: Louis Malle la sceglierà innanzitutto per interpretare la protagonista di Ascensore per il patibolo (1957) e del successivo Gli Amanti, ma avverrà nel 1958 l’incontro che cambierà le sorti della sua carriera e non soltanto; a Cannes quell’anno conosce infatti François Truffaut, forse il più celebre esponente di quella “nuova ondata” della cinematografia d’oltralpe che, ispirandosi al Neorealismo italiano, porterà sul grande schermo personaggi drammatici e ambigui, che incarnano senza idealizzazioni la mutevolezza dei tempi in cui si trovano a vivere.
Proprio Truffaut offrirà a Jeanne Moreau il più memorabile ruolo della sua carriera, affidandole la parte della trasgressiva ed emancipata Catherine, al centro del triangolo amoroso di Jules e Jim (1962). Da quel momento, i più grandi registi offriranno all’attrice ruoli in cui potrà esprimere tutte le sfumature di personaggi complessi, che sfuggono a rassicuranti etichette. Tra le tante collaborazioni e il centinaio di titoli in cui il nome di Jeanne Moreau figura, si ricordano per esempio i film Il processo (1962) di Orson Welles e Il diario di una cameriera (1963) di Buñuel.
Instancabile sperimentatrice – lei stessa regista, sia teatrale che cinematografica – e volto storico di un movimento che si è fatto portavoce proprio di un’istanza innovatrice, a più riprese il mondo del cinema ha tributato a Jeanne Moreau la propria ammirazione: già vincitrice a Cannes nel 1960 per Moderato cantabil, nel 1992 la Mostra del Cinema di Venezia le assegnerà il Leone d’Oro alla Carriera, seguito dall’Orso d’Oro della Berlinale nel 2000 e dalla Palma d’Oro onoraria del Festival di Cannes, nel 2003.