Una mostra in apertura all'Everson Museum of Art di Syracuse, nello stato di New York, chiama a raccolta 9 artisti contemporanei che intendono la loro pratica come una forma di attivismo socio-politico.
Attraverso quali modalità l’arte è riuscita ad agire come “catalizzatore” del cambiamento sociale? Quali artisti sono stati in grado di influenzare gli scenari sociali e politici che si sono susseguiti, contribuendo a plasmare la visione delle persone sul mondo? Proseguendo nel segno delle celebrazioni per il 100esimo anniversario del suffragio femminile nello Stato di New York, la mostra Seen and Heard, aperta fino al 10 agosto, indaga questi scenari attraverso nove artisti contemporanei – Mildred Beltré, Yvonne Buchanan, Cassils, Lionel Cruet, Stella Marrs, Jessica Posner, Jessica Putnam-Phillips, Kevin Snipes e Holly Zausner – e alcuni lavori appartenenti alla collezione permanente del museo Everson.
Accompagnata da una serie di programmi e eventi pubblici durante tutta l’estate, la mostra ricorre a diversi linguaggi, tra cui la musica, la performance e le arti visive, per facilitare la partecipazione dei cittadini a processi democratici e lo scambio tra prospettive diverse.
A unificare la visione degli artisti partecipanti è infatti la comune passione per l’uguaglianza e la giustizia sociale: concepiscono il loro lavoro come forma di attivismo e operano con una pluralità di tecniche e metodi, dalla scultura all’installazione; dalla stampa alla ceramica; dalla fotografia al video.
A ispirare la mostra è stato Who Speaks? Who is Silent?, un lavoro monumentale di Barbara Kruger (in apertura, con l’opera Venus di Jessica Posner) appartenente alla collezione museale, che affronta le implicazione del silenzio connesso alla mancata rappresentanza delle donne.