Il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna ha condotto un’indagine approfondita sul suggestivo effetto cannocchiale che interessa la celeberrima torre, se vista dal complesso di San Michele in Bosco.
È un fenomeno ottico davvero stupefacente, quello sperimentato da chi volge lo sguardo verso la finestra nord del corridoio monumentale del complesso di San Michele in Bosco a Bologna, oggi Ospedale Rizzoli, perfettamente in asse con la sommità della Torre degli Asinelli, che si staglia a 1407 metri di distanza. Sono queste le condizioni che determinano il cosiddetto effetto cannocchiale, oggetto dello studio scientifico condotto da Marco Costa e da Leonardo Bonetti del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna.
Le ragioni di tanta attenzione sono palesi: contro ogni senso logico, allontanandosi dalla finestra la torre sembra ingrandirsi mentre, muovendosi verso la finestra, la torre sembra diventare più piccola, nonostante ci si stia fisicamente avvicinando. Già illustrato dal docente universitario Paolo Battista Baldi nel 1714, questo fenomeno ha trovato nell’attuale ricerca la conferma di tale processo di ingrandimento e riduzione percettivi.
L’illusione ottica si verifica quando un oggetto lontano viene osservato attraverso un’apertura, come la finestra bolognese, che subisce dei forti cambiamenti nella proiezione retinica, mentre l’oggetto sullo sfondo resta sostanzialmente immutato a causa della notevole distanza che già intercorre con l’osservatore.
Allontanandosi, la cornice della finestra inquadra una porzione minore dell’oggetto, operando una sorta di zoom, mentre avvicinandosi aumenta la porzione dell’oggetto inquadrata.