Dal 3 al 22 luglio, una rassegna in programma al Cinema Spazio Oberdan accende i riflettori sul rapporto tra Parigi e il grande fotografo Robert Doisneau che le scelse come suoi soggetto d'elezione, realizzando opere entrate nella memoria visiva collettiva.
Peccatori in blue jeans; Paris nous appartient; Due o tre cose che so di lei; Robert Doisneau, la lente delle meraviglie; I 400 colpi; Mentre Parigi dorme; Questa è la mia vita e Fino all’ultimo respiro sono le 7 pellicole cinematografiche scelte per l’omaggio che Milano dedicherà nei prossimi giorni al grande fotografo francese Robert Doisneau.
Scomparso nel 1994, l’autore lega il proprio nome e la fama internazionale alla realizzazione di serie fotografiche internamente focalizzate sulla capitale francese: uno sguardo informale e al tempo stesso acuto sulla quotidianità e sui ritmi della città, tra scene di vita di tutti i giorni e “scatti rubati”.
Iconico resta Baiser de l’Hôtel de Ville (in apertura), probabilmente la sua più celebre opera: scattata nel 1950, immortala una coppia formata da un ragazzo e una ragazza nell’atto di baciarsi. Sullo sfondo, Parigi continua a muoversi indifferente di quel piccolo e straordinario miracolo, seguendo le sue mille traiettorie contemporanee. La foto venne scattata da Doisneau non per caso: i protagonisti dello scatto, infatti, vennero scelti dall’artista che concepì la celebre posa nel corso della realizzazione di un servizio fotografico per la rivista statunitense Life.
Dal 3 al 22 luglio, il ciclo La Parigi di Robert Doisneau – presentato dalla Fondazione Cineteca Italiana e ospitato al Cinema Spazio Oberdan di Milano – affianca capolavori della storia del cinema che, al pari degli scatti del fotografo, hanno inciso nella memoria collettiva, contribuendo a delineare il profilo di una città romantica, affascinante, unica. Questa rassegna su Parigi include anche il documentario Robert Doisneau, la lente delle meraviglie, diretto da Clémentine Deroudille e dedicato interamente all’artista. In questa recente pellicola, uscita nel 2017, sono le parole dello stesso Doisneau insieme ad alcuni documenti sonori e video, molti dei quali inediti, a tratteggiare la sua parabola umana e professionale, dando vita a una narrazione lontana dagli stereotipi.
Accanto a questa nuova opera, si affiancano capolavori cinematografici risalenti al periodo tra la metà degli anni Quaranta e la metà degli anni Sessanta, praticamente concomitante con la fase più feconda dell’attività di Doisneau. Tra le pellicole in cartellone nell’appuntamento milanese, alcune portano la firma di tre maestri della Nouvelle Vague come François Truffaut, Jean-Luc Godard e Jacques Rivette, nonché di uno dei loro maestri, Marcel Carné.