Uno degli artisti più noti del Novecento sta per approdare nel capoluogo lombardo, protagonista di una rassegna che ne ripercorre la straordinaria parabola creativa.
Il Palazzo Reale di Milano si prepara ad accogliere uno dei grandi nomi dell’arte italiana. Stiamo parlando di Vincenzo Agnetti, cui è intitolata A cent’anni da adesso, la retrospettiva ospite della sede meneghina dal 4 luglio al 24 settembre.
Sempre al confine tra parola e immagine, la pratica di Vincenzo Agnetti, scomparso nel 1981 a soli 54 anni, ha saputo guadagnarsi un posto di primo piano nel panorama creativo del Belpaese, grazie allo spiccato interesse dell’artista nei confronti della parola come ineguagliabile strumento visivo.
La mostra milanese, curata da Marco Meneguzzo insieme all’Archivio Vincenzo Agnetti, inviterà il pubblico ad approfondire la conoscenza di un artista complesso e poliedrico, attraverso un excursus visivo che include oltre cento opere, realizzate fra il 1967 e il 1981, e che, superando i confini tematici e cronologici, contribuisce a delineare la personalità artistica di Agnetti.
Tra le opere in mostra spiccano i lavori più noti, come gli Assiomi – bacheliti nere incise con colore a nitro bianco – e il Libro dimenticato a Memoria, testimone della profonda ricerca di Agnetti sulla memoria e sulla dimenticanza, o ancora la Macchina Drogata, la calcolatrice Divisumma 14 della Olivetti i cui numeri sono stati sostituiti con altrettante lettere dell’alfabeto. Non mancheranno i lavori ottenuti con il medium fotografico e gli interventi dedicati al tempo, quali XIV-XX secolo, quattro affreschi del Trecento su cui Agnetti è intervenuto con scritte lapidarie.