Da oggi, domenica 9 luglio, uno dei simboli della città lombarda è iscritto nella lista dei Patrimoni dell'Umanità dell’UNESCO, che si arricchisce così delle poderose opere di difesa veneziane.
L’attesa dei bergamaschi, e non solo, è stata finalmente premiata. La 41esima sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale in corso a Cracovia ha infatti decretato l’ingresso delle Opere di difesa veneziane tra i siti UNESCO, facendo così salire a 53 il numero dei luoghi italiani inclusi nella celeberrima lista.
Solo poche ore fa anche dieci antiche faggete del Belpaese hanno ricevuto il prestigioso riconoscimento, all’interno del sito ambientale transazionale delle Foreste primordiali dei faggi dei Carpazi e di altre regioni d’Europa. La notizia di oggi conferma il ruolo di primo piano giocato dall’Italia sul fronte delle bellezze paesaggistiche e architettoniche, tra cui rientrano anche le “neoelette” opere di difesa presenti a Bergamo, Palmanova e Peschiera del Garda per l’Italia, affiancate da quelle di Zara e Sebenico in Croazia, e di Cattaro in Montenegro.
Ad accomunare i diversi siti difensivi è la loro origine veneziana, a riprova dell’eccezionale potere e lungimiranza dell’allora Repubblica di Venezia. I luoghi entrati a far parte della lista UNESCO furono candidati nell’ambito del sito transnazionale Opere di difesa veneziane tra il XVI ed il XVII secolo: Stato di Terra – Stato di mare occidentale, presentato dall’Italia, insieme a Croazia e Montenegro, all’UNESCO a Parigi nel 2016.
La lieta notizia attesta il primato nostrano per numero di siti inclusi nel Patrimonio UNESCO.