L'artista piemontese sta dando vita a un intervento di arte pubblica sullo sfondo di Napoli, misurandosi con l'architettura del Complesso della SS. Trinità delle Monache, già al centro del progetto "Sette Stagioni dello Spirito" di Gian Maria Tosatti.
Originario di Biella, dove è nato nel 1975, e con all’attivo diversi premi ed esposizioni in prestigiosi musei nazionali e internazionali, Roberto Coda Zabetta ha ottenuto il Matronato per il progetto site-specific dal titolo Cantiere 1 / Terrazzo. Istituito nel 2013 dalla Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, si tratta di un “programma di patrocinio, volto al riconoscimento e alla promozione di progetti che, per il loro valore e qualità culturale, stimolino la coesione sociale, la ricerca scientifica e umanistica, il dialogo fra diverse discipline, il supporto alla produzione e alla mediazione artistica quali fonte e stimolo di progresso collettivo“.
Tra le caratteristiche salienti dei progetti rientra la sede, che deve fissata esclusivamente in una regione a scelta tra Campania, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. La realizzazione dell’intervento avrà luogo presso il complesso della SS. Trinità delle Monache, successivamente adibito a Ospedale Militare, a Napoli. Il capoluogo campano è la prima delle città comprese nell’itinerario di Cantiere 1 / Terrazzo, destinato a estendersi anche in altre località, in Italia e nel mondo. Pittura, architettura e nuove modalità di lettura del territorio confluiscono in questo progetto che si avvale della curatela di Maria Savarese.
La cornice di Cantiere 1 / Terrazzo, visitabile fino al 14 ottobre 2017, è uno dei luoghi più suggestivi del centro storico di Napoli ‒ il Complesso della SS. Trinità delle Monache ‒ già protagonista del progetto Sette Stagioni dello Spirito di Gian Maria Tosatti. Roberto Coda Zabetta sarà il primo artista a misurarsi con il terrazzo che copre questa struttura, dando vita a un intervento di arte pubblica, formato da campiture di colore concentriche, che promette di attivare un dialogo tra il complesso architettonico e la comunità locale. L’intero iter dell’opera sarà documentato dal fotografo e filmaker Henrik Blomqvist.
[Immagine in apertura: photo Fabio Donato]