Il duo di artisti David McDermott e Peter McGough è stato incaricato di progettare un intervento di arte pubblica ispirato al celebre scrittore. In apertura il prossimo 11 settembre, dopo New York sarà trasferito a Londra, negli spazi dello Studio Voltaire.
Attivi in formazione congiunta dal 1980, gli artisti David McDermott e Peter McGough sono stati incaricati di uno speciale progetto di arte pubblica, in apertura il prossimo 11 settembre a New York. In contemporanea con la retrospettiva che il Dallas Contemporary Museum in Texas dedicherà al duo a partire da ottobre, la Grande Mela ospiterà l’Oscar Wilde Temple.
Concepito con l’obiettivo di celebrare l’uguaglianza sessuale, l’intervento renderà gli interni della Russell Chapel un vero e proprio ambiente di epoca vittoriana. In questo modo, i visitatori potranno tornare indietro nel tempo fino al 1882, anno del viaggio di Oscar Wilde negli Stati Uniti.
In coerenza con lo stile di McDermott & McGough – che operano attraverso la fotografia, la pittura, la scultura e le opere di installazione in un territorio di “confine tra la storia dell’arte e l’identità culturale” – questo nuovo lavoro proporrà dunque una sorta di “viaggio nel tempo”. Il tempio verrà impiegato attivamente e farà da “scenografia” a cerimonie private, inclusi i matrimoni tra persone delle stesso sesso. Sviluppato in partnership con le organizzazioni The Church of the Village e The Lesbian, Gay, Bisexual & Transgender Community Center, attive a New York, l’Oscar Wilde Temple dovrà essere “un posto libero dalla dottrina religiosa” – ha indicato David McDermott – precisando come il riferimento a Wilde non è assolutamente casuale. Il duo, infatti, in questo modo intende onorare “una figura storica spartiacque che ha preceduto la lunga lotta per i diritti uguali per i gay, lesbiche, bisessuali e transgender“. Facendo notare, se ancora ce ne fosse bisogno, che “Riconoscere, accettare, abbracciare e trarre forza dalla profonda diversità rende la società più forte e arricchisce la vita di tutte le persone“.