Presentato fuori concorso al Festival di Berlino 2017, il film Final Portrait si focalizza sugli ultimi due anni di vita del pittore e scultore svizzero. A dirigerlo l'attore e regista statunitense Stanley Tucci.
È stato Geoffrey Rush a vestire i panni del grande artista Alberto Giacometti nel lungometraggio Final Portrait, opera con cui l’attore e regista americano statunitense Stanley Tucci porta sul grande schermo gli ultimi due anni di vita del pittore e scultore svizzero. Ad affiancarlo in questa prova ci sono i colleghi Armie Hammer, Clémence Poésy, Tony Shalhoub, James Faulkner e Sylvie Testud.
Il film, già uscito nelle sale britanniche, si ispira a un’opera in cui lo scrittore americano James Lord ha reso pubblico un episodio realmente accaduto.
Nel 1964, mentre si trovava di passaggio nella capitale francese, fu invitato da Giacometti a posare per un ritratto. L’esperienza si tradusse in ben 18 sessioni di posa, nel corso delle quali l’artista rincorse la propria “ossessione per la perfezione”. La realizzazione dell’opera costituì il preludio per la nascita di un’amicizia tra i due.
La pellicola, nella quale non mancano passaggi all’insegna dell’umorismo, restituisce le fasi salienti del processo di creazione, da sempre momento chiave nell’esperienza di ogni artista, indipendentemente dal proprio genere e stile. Con la realizzazione di Final Portrait, inoltre, si può considerare in un certo senso conclusa una precisa fase della carriera di Tucci: il regista ha dichiarato di aver portato con sé il libro di Lord per 25 anni, prima di avviare la stesura di questa sceneggiatura.