Per la prima volta, una mostra prende in esame in maniera scrupolosa il fascino esercitato dalla sfera dell'irrazionalità sulla poetica di oltre 60 artisti internazionali. Al Met Breuer di New York, dal 13 settembre 2017 al 14 gennaio 2018.
Si alza il sipario su una delle mostre più attese della stagione espositiva autunnale a New York. A partire dal 13 settembre, il Met Breuer ospita infatti Delirious: Art at the Limits of Reason, 1950–1980, appuntamento che sonda un trentennio di produzione artistica internazionale, contraddistinto da turbolenze, instabilità e conflitti.
Curata da Kelly Baum, Cynthia Hazen Polsky e Leon Polsky, del Dipartimento di arte moderna e contemporanea dell’istituzione newyorkese, l’esposizione riunisce i contributi di 62 artisti diversi, realizzati nell’arco temporale preso in esame. Esposte un centinaio di opere, in parte provenienti dalla collezione permanente del Metropolitan Museum; presenti anche lavori all’esordio assoluto in un appuntamento pubblico. Da Dara Birnbaum, a Hanne Darboven; da Philip Guston a Yayoi Kusama; da Sol LeWitt ad Ana Mendieta; da Bruce Nauman a Claes Oldenburg; da Carolee Schneeman a Robert Smithson, il ritratto delineato da Delirious: Art at the Limits of Reason, 1950–1980 restituisce tutto il disincanto di un’epoca sconvolta da profondi stravolgimenti politici e sociali. Pur nella loro eterogeneità, i risultati, talvolta deliranti, sono il frutto di una crescente fascinazione verso esperienze fantastiche e allucinatorie. Incongruenza, irrazionalità e disorientamento sembrano cingere in un unico abbraccio artisti che operarono e vissero in contesti geografici distanti, con visioni che di tanto in tanto sembrano procedere anche all’unisono tra Europa, Sud America e Stati Uniti.
Il “delirio” evocato nel titolo della mostra assume forme disparate a seconda dell’artista, dell’oggetto e del periodo di realizzazione: forme diverse dunque, ma anche stili e tecniche di lavoro distinte per ricalcare prospettive e punti di vista personali. Mentre alcuni artisti si sforzavano di rappresentare e dare una forma al concetto stesso di delirio, altri erano spinti a sperimentarlo in prima persona, “precipitando in stati vertiginosi e allucinatori“. Risultato di cinque anni di ricerca, Delirious: Art at the Limits of Reason, 1950–1980 costituisce la prima indagine interamente focalizzata sulla ricostruzione di questo fenomeno storico di notevole rilievo.