Uno dei padri del movimento culturale del Realismo è al centro di una mostra nella città svizzera di Bellinzona. Il Museo Civico di Villa dei Cedri gli dedica infatti una monografica con un'ampia selezione delle sue opere grafiche.
Sono circa 180 le opere che ricostruiscono il profilo artistico e umano di Honoré Daumier, artistica poliedrico e figura di riferimento del movimento realista, nato in Francia intorno al 1840, e considerato erede della corrente positivista.
A questa personalità ha scelto infatti di dedicare un’ampia mostra il Museo Civico Villa dei Cedri di Bellinzona, dando vita a un percorso articolato tra diverse aree tematiche, promosso 10 anni dopo l’esperienza espositiva dedicata all’artista d’impronta socialista-umanitaria Théophile-Alexandre Steinlen.
Originario di Marsiglia, dove nacque nel 1808, Honoré Daumier si è dedicato a molteplici linguaggi artistici. Pittore, scultore, litografo, è noto soprattutto per la sua azione come “grande divulgatore di idee”: i disegni delle sue celebri vignette sono permeati dalla vena satirica e dall’attenzione verso i temi cruciali che plasmarono la società di metà Ottocento, in parte non troppo distanti dallo scenario contemporaneo.
Il conflitto tra notabili ed emarginati emerge nelle sue opere, forti di notevole successo grazie anche alla diffusione attraverso la tecnica litografica.
Curata da Matteo Bianchi e Carole Haensler Huguet e aperta fino al 7 gennaio prossimo, Daumier: Attualità e varietà si snoda tra litografie, silografie, disegni e una trentina tra sculture, disegni e matrici. Nelle cinque sezioni tematiche viene tratteggiato lo scenario nel quale l’artista operò, contrassegnato sul fronte sociale dalle rivendicazioni nazionaliste e dalla crescita della classe operaia, ma anche da importanti innovazioni nella stampa, a livello urbanistico, nel mondo dell’arte.
Nel percorso espositivo, si passa da un focus incentrato sulle novità come il rinnovamento urbano e infrastrutturale della capitale parigina, restituito anche attraverso i lavori della Croquisparisiens, e sulla vita quotidiana dei parigini, alle opere più marcatamente politiche di lesportraitscharges, a causa delle quali Daumier venne arrestato e trattenuto in carcere.
C’è spazio anche per i lavori con cui l’artista, costretto al silenzio in merito alle questioni interne dalla censura sotto Napoleone III, si orientò verso quanto stava avvenendo nel resto dell’Europa. Cuore di questa sezione sono le litografie ‘storiche’ del periodo 1850-1860, annoverate tra i suoi capolavori. Oltre a un’attenzione specifica per la “commedia umana “che popola le aule dei tribunali, al centro di una sezione specifica, la mostra si arricchisce delle serie con cui Daumier si soffermò ad analizzare il ruolo dell’artista nella società e lo scenario dell’arte in generale, in un orizzonte che comprendeva anche il teatro, la musica e gli esordi della fotografia.
[Immagine in apertura: Honoré Daumier, Il seminterrato, litografia, Bozzetti parigini, tav.19, LD/DR 2816, © Collezione Matteo Bianchi e Carolina Leite, Tesserete]