Fino al 25 novembre prossimo, un'installazione composta di soli specchi riesce a rinnovare, senza ricorrere a modalità invasive, lo spazio pubblico di un parco e il modo in cui i suoi visitatori entrano in relazione con gli elementi del paesaggio.
Parte integrante del progetto Making Models, promosso dall’Art Museum dell’Università di Toronto per sostenere idee innovative e sperimentazioni a metà strada tra architettura e arte contemporanea, l’installazione Wa-Wa offre un modo insolito di relazionarsi con l’ambiente naturale. Messa a punto dallo studio Uufie, di base proprio nella città canadese, lancia una sorta di irriverente “sfida” ai rigidi vincoli del parco del locale ateneo.
I progettisti hanno infatti disposto all’interno dei 40 metri di diametro del cortile, intitolato a Sir Daniel Wilson, oltre 130 specchi di diverse dimensioni. La loro superficie specchiante rivela riflessi deformati del paesaggio circostante, proponendo un punto di vista inedito sulle presenze vegetali e antropiche circostanti.
Il nome dell’installazione attinge direttamente al giapponese: il termine “Wa”, raddoppiato nel titolo dell’opera, rimanda infatti a una forma di armonia. L’obiettivo di questo intervento site-specific è infatti amplificare la bellezza e la poesia del luogo di inserimento, attraverso elementi che invitano a un’interazione spontanea e immediata.
Con il risultato di riuscire a rinnovare, almeno temporaneamente e senza ricorrere a modalità invasive, uno spazio pubblico all’aperto, incoraggiando i visitatori verso una giocosa osservazione sorprendente e affascinante.
[Immagini: photos by Nanne Springer, via Archinect.com]