Storico membro dell’agenzia Magnum Photos, il fotografo nato a Parigi è ora protagonista di una mostra che ne ripercorre la carriera, lungo un itinerario espositivo che alterna il colore ai più conosciuti scatti in bianco e nero.
Si intitola Personae l’affascinante mostra monografica intitolata a uno dei fotografi più illustri nella Storia e allestita, fino al 7 gennaio, negli spazi dei Musei San Domenico di Forlì. Curata da Biba Giacchetti con il progetto di allestimento di Fabrizio Confalonieri, l’esposizione riunisce circa 170 scatti selezionati personalmente da Elliott Erwitt attingendo dal suo sconfinato archivio.
Noto soprattutto per i suoi lavori in bianco e nero, Erwitt ha dato vita a un densissimo repertorio di immagini, assegnando al fotogiornalismo un’ampia gamma di sfumature, dalla componente drammatica a quella più giocosa, raccontando gli accadimenti di oltre sessant’anni di storia.
Capace di immortalare le molteplici caratteristiche di volti e personalità, il fotografo ha dato vita a una serie di ritratti che hanno conquistato un posto di primo piano nell’immaginario collettivo: Marilyn Monroe, Che Guevara, Sophia Loren, John Kennedy sono solo alcune icone del secolo scorso che fanno capolino dagli scatti di Erwitt, testimoniando l’atteggiamento empatico e al tempo stesso rigoroso messo in campo dall’autore nei confronti dei suoi soggetti.
La mostra riunisce anche un’importante raccolta di immagini a colori, firmate con lo pseudonimo di André S. Solidor, un irriverente alter ego cui Erwitt “assegna” il compito di interpretare un registro fotografico verso cui non nutre particolare rispetto.
Con ironia dissacrante, André S. Solidor prende in giro l’estetica del digitale, la nudità gratuita e l’eccentricità a tutti i costi, innescando anche una profonda riflessione sul mercato dell’arte.
[Immagine in apertura: USA. California. 1956. Immagine nell’articolo: USA. Reno, Nevada. 1960. Marilyn MONROE durante le riprese di The Misfits. Entrambe le immagini: © Elliott Erwitt/MAGNUM PHOTOS]