Fino al 18 gennaio prossimo, il museo londinese ospita una mostra tanto attesa, che indaga il complesso rapporto fra tre giganti dell'arte rinascimentale italiana.
Dopo le mostre La Conversione della Maddalena di Cagnacci. Un capolavoro del Barocco italiano dal Norton Simon Museum e Michelangelo – Sebastiano. Un Incontro di Idee, che si è conclusa lo scorso 25 giugno, prosegue il percorso di esplorazione dell’arte italiana intrapreso dalla National Gallery di Londra. La prestigiosa istituzione inglese, che ha già reso noto il proprio programma espositivo per il 2018, quest’anno ha infatti destinato tre mostre, delle otto complessivamente organizzate, a grandi artisti della scena nostrana. Una conferma del profondo interesse verso la produzione del Belpaese, testimoniata anche dalla presenza nella collezione permanente di ben undici opere di Raffaello Sanzio.
Aperta il 2 settembre scorso, Leonardo, Michelangelo, Raphael around 1500 propone ai visitatori un avvicinamento al complesso rapporto fra tre straordinari interpreti della stagione artistica rinascimentale. Il percorso espositivo si snoda infatti tra capolavori eseguiti da quello che il direttore della National Gallery, Gabriele Finaldi, ha ribattezzato come “il triumvirato dell’Alto Rinascimento” ed è impreziosito da un prestito d’eccezione. Realizzato da Michelangelo tra il 1504 e 1505, il cosiddetto Tondo Taddei costituisce “l’epicentro” dell’esposizione. L’opera è l’unica scultura in marmo del “gigante” dell’arte italiana presente nel Regno Unito ed è già stata protagonista della mostra Michelangelo – Sebastiano. Un Incontro di Idee. Vista la portata della mostra appena aperta, l’opera proveniente dalla Royal Academy resterà ancora alla National Gallery, offrendo un’ulteriore chiave di lettura per comprendere le connessioni e le distanze fra i tre maestri.
Tutti i setti capolavori esposti sono stati selezionati allo scopo di mettere in evidenza i punti di contatto, nello stile e nelle visioni, reciproche ispirazioni e distintive attitudini individuali. “Rivalità” e distanza non mancarono nelle relazioni tra questi autori che animarono lo scenario italiano per buona parte del Cinquecento: Michelangelo e Raffaello, ad esempio, a un certo punto delle rispettive carriere si “fronteggiarono” in Vaticano, competendo per le commissioni papali. Lo stesso bassorilievo marmoreo del Tondo Taddei fornisce una preziosa testimonianza degli approccio di Michelangelo e Leonardo nei confronti dei temi di natura religiosa, con il primo incline a veicolare anche un senso di inquietudine psicologico in contrasto rispetto all’approccio dell’autore della Vergine delle Rocce.
Scendendo nel dettaglio, la mostra presenta tre opere di Raffaello ‒ Madonna col Bambino con San Giovanni Battista e San Nicola di Bari (1505), Santa Caterina d’Alessandria e Madonna dei Garofani (1506-7 circa), la Vergine e il Bambino con San Giovanni e Angeli (la cosiddetta Madonna di Manchester, del 1497 circa) ‒ e l’incompiuto The Entombment (1500-1 circa, noto anche come Deposizione di Cristo nel sepolcro) di Michelangelo Buonarroti. Appartengono invece a Leonardo da Vinci altri due lavori esposti: si tratta del dipinto a olio raffigurante la Vergine con l’infante San Giovanni Battista in adorazione del Cristo Bambino accompagnato da un Angelo (seconda versione della Vergine delle Rocce, risalente al 1491/1499 circa e successivamente ripresa tra il 1506/1508) e del cosiddetto The Burlington House Cartoon, il disegno per l’opera Vergine e Bambino con Sant’Anna e il neonato San Giovanni Battista, datato 1499-1500 circa.
“Questa mostra di grandi capolavori di Leonardo, Michelangelo e Raffaello poteva avere luogo solo alla National Gallery” ‒ ha dichiarato Finaldi. “La combinazione delle nostre proprietà incredibilmente ricche e il prestito eccezionale della Royal Academy, il Tondo Taddei in marmo, rende questo un evento davvero unico“.