La Galleria Nazionale dell’Umbria ospita una mostra di grande richiamo: la densa retrospettiva intitolata a uno dei maestri dell’astrattismo novecentesco.
Sta facendo parlare di sé l’attesa rassegna che ha aperto i battenti alla Galleria Nazionale di Perugia lo scorso 24 settembre. Protagonisti indiscussi i Polittici di Hans Hartung, cui si ispira il titolo della mostra che, fino al 7 gennaio, offrirà al pubblico una vera e propria immersione nell’universo astratto dell’artista tedesco.
Curata da Marco Pierini, direttore della sede umbra, e organizzata in collaborazione con la Fondation Hartung-Bergman di Antibes, l’esposizione riunisce 40 lavori su carta e 16 dipinti di grandi dimensioni, realizzati tra il 1961 e il 1988, 6 dei quali mai esibiti in precedenza e mostrati per la prima volta a Perugia tutti insieme.
I polyptiques – chiamati così dallo stesso Hartung, anche se non si tratta di titoli “ufficiali” – evocano un periodo di grande sperimentazione nella poetica dell’artista, che, a partire dagli anni Sessanta, iniziò a dipingere direttamente sulla tela eliminando la fase preparatoria su carta ed ampliando via via tecniche volumi. Il riferimento al polittico contribuisce a innescare un dialogo con la collezione permanente del museo umbro, custode di opere antiche originariamente realizzate secondo tale formato.
Lo sguardo sarà rivolto anche al legame fra Hartung e l’Italia, nato in occasione del viaggio che portò l’artista a Venezia e Firenze, oltre a fargli conoscere le meraviglie del paesaggio siciliano. La città lagunare fu un luogo cardine per l’artista tedesco, il quale partecipò a numerose Biennali e ricevette il Leone d’oro nel 1960.
[Immagine in apertura: Hans Hartung, T1974-E28 T1974-E29, 1974, acrilico su tela, 50 x 220 cm, Collezione Fondazione Hartung-Bergman]