Musica e arte si coniugano in modo sperimentale, nella decima edizione di Firenze Suona Contemporanea, in programma nel capoluogo toscano dal 28 settembre al 2 ottobre. Con due installazioni site-specific, una a Palazzo Strozzi, l'altra alla Galleria degli Uffizi, Vanessa Beecroft sarà l'ospite d'onore della kermesse.
È Il Respiro delle statue il titolo che accompagna la decima edizione di Firenze Suona Contemporanea, festival diretto da Andrea Cavallari votato alla sperimentazione, che combina musica e arte.
Le collaborazioni con la Fondazione Palazzo Strozzi, le Gallerie degli Uffizi e il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci costituiscono una delle novità del programma di quest’anno, articolato in prime assolute, progetti speciali e arricchito dalla presenza di ospiti internazionali.
A emergere, tra i protagonisti che contribuiranno a rilanciare in chiave contemporanea alcuni degli spazi museali simbolo del Rinascimento, è il nome di Vanessa Beecroft. L’artista originaria di Genova, conosciuta a livello internazionale per interventi nei quali il tema del corpo, soprattutto femminile, viene affrontato in una “dimensione scenica tra arte concettuale, critica sociale e teatro” proporrà infatti due lavori nell’ambito della kermesse fiorentina.
Ad anticiparli sarà la proiezione del film VB South Sudan, sviluppato a partire da un suo viaggio in Africa, e scelto per la serata inaugurale di Firenze Suona Contemporanea; la proiezione è in programma la sera di giovedì 28 settembre, al CinemAnemico di Settignano. L’attenzione si sposterà quindi venerdì 29 – alle 21 – sul Cortile di Palazzo Strozzi, che accoglierà una scenografia vivente targata Beecroft, alla quale prenderanno parte oltre 30 modelle. La Sala della Niobe, agli Uffizi, ospiterà un ulteriore intervento, frutto della collaborazione tra Beecroft e la designer Cristina Bomba (lunedì 2 ottobre, alle 18), concepito secondo la tradizione dei tableaux vivants.
[Immagine in apertura: Vanessa Beecroft, vb48, 2001, Palazzo Ducale, Genova © Vanessa Beecroft 2017, photo by Dusan Reljin]