Tra gli artisti più significativi del Novecento in Svizzera, Cuno Amiet viene presentato in un'importante mostra inaugurata da pochi giorni a Mendrisio. Tra sperimentazione, innovative scelte compositive e cromatiche, l'autore viene messo in relazione con la scena locale ed europea.
Dopo la mostra Ferdinand Hodler und Cuno Amiet. Eine Künstlerfreundschaft zwischen Jugendstil und Moderne, ospitata nelle sale del Kunstmuseum di Soletta a cavallo tra il 2011 e il 2012, è il Museo d’arte di Mendrisio a indagare una delle personalità più rappresentative dell’arte svizzera della prima metà del Novecento.
Aperta fino al 28 gennaio 2018, Il paradiso di Cuno Amiet da Gauguin a Hodler, da Kirchner a Matisse ricostruisce il profilo dell’artista la cui opera viene considerata “la punta di diamante dell’avanguardia artistica svizzera” dei primi due decenni del Novecento.
Frutto della proficua collaborazione tra l’istituzione di Mendrisio e le principali realtà culturali dell’area ticinese – tra cui MASI, Lugano; Pinacoteca Casa Rusca, Locarno; Museo comunale di Ascona; Fondazione Braglia, Lugano – e resa possibile grazie ai prestiti concessi dal Kunstmuseum di Soletta, che vanta nelle sue collezioni alcuni tra i più significativi dipinti del pittore, la rassegna attiva anche un dialogo con gli artisti internazionali coevi di Amiet o appartenenti a generazioni precedenti.
Nel percorso espositivo, oltre a lavori capaci di testimoniare le evoluzioni del linguaggio e dello stile dell’artista, condotte nel segnon della sperimentazione, sono infatti comprese anche opere di Paul Gauguin, Henri Matisse, Giovanni Giacometti, Ernst Ludwig Kirchner e naturalmente anche di Ferdinand Hodler, solo per citare alcuni autori. Tale modalità consente di cogliere il ruolo centrale occupato da Amiet nella storia artistica svizzera.
[Immagine in apertura: Cuno Amiet, Ragazzo bretone (Bretonischer Knabe), 1893, olio su tela, 65 x 80 cm, Kunsthaus Zürich, Vereinigung Zürcher Kunstfreunde © M. + D. Thalmann, Herzogenbuchsee]