Installazioni luminose, videomapping, interventi site specific all'insegna della luce e delle sue metamorfosi: fino a domenica 29 ottobre nella Capitale torna il festival gratuito RGB Light Experience – Roma Glocal Brightness.
Proprio come i “sogni lucidi, in cui si è consapevoli di sognare, liberi di esplorare e modificare la realtà a proprio piacimento” le installazioni luminose, le opere interattive e di video mapping che stanno per animare la Capitale promettono di offrire agli spettatori emozioni e sorprese. Dopo la fortunata edizione d’esordio, si rinnova a Roma, dal 27 al 29 ottobre, l’appuntamento con RGB Light Experience – Roma Glocal Brightness, il primo festival urbano gratuito di light art capitolino, il cui circuito intercetta quattro chilometri del V Municipio, coinvolgendo diverse aree dal Pigneto a Tor Pignattara.
Ideata e realizzata da Luci Ombre – società specializzata in eventi culturali – la kermesse proporrà per tre giorni – dal tramonto a notte fonde – una pluralità di opere artistiche, accompagnate da iniziative appositamente messe a punto in un’ottica di riscatto delle zone periferiche e di inclusione. Quest’anno 14 opere site specific esordiranno in occasione della manifestazione, unificate dal ricorso alle potenzialità della light art: luoghi pubblici e privati, bellezze architettoniche e archeologiche verranno mostrate sotto un’altra luce a turisti e residenti, rendendo questa zona della città un vero e proprio museo a cielo aperto.
Tra conferme e new entry, il parterre degli artisti selezionati per RGB Light Experience – Roma Glocal Brightness si presenta particolarmente nutrito; significativa la presenza di autori giovani ed emergenti. Tra le varie proposte del programma segnaliamo Lo soffia il cielo firmata da S+C studio, per la quale il duo composto da Federico Ciani e Alessia Scatena si ispira a Cosa sono le nuvole, episodio di Capriccio all’italiana diretto da Pasolini; attraverso il videomapping di Building’s soul, VJ Alis – all’anagrafe Alice Felloni – condurrà i fruitori tra le storie degli abitanti di un palazzo; il duo La mia paura è bianca – Eleonora Avino e Martina Frattura – presenta invece Distorsione, un’installazione luminosa capace di modificare la percezione dei luoghi osservati abitualmente.
Oltre agli aspetti visivamente più coinvolgenti, il progetto incarna anche finalità di carattere sociale, con specifico riguardo per le comunità multietniche della Capitale. Durante la tre giorni sarà dunque possibile prendere parte a incontri e workshop sulle più recenti tecnologie digitali legate alla cultura della luce, ai quali aderiranno partner, artisti, docenti ed esperti del settore, ma anche a lavoratori online e nelle scuole.