Una delle sedi espositive più prestigiose della Laguna accoglie il focus dedicato all’affascinante esperienza dei Salon de la Rose+Croix a Parigi, sul finire dell’Ottocento. Facendo luce su un filone artistico a lungo sottovalutato, che all'estetica univa una profonda ispirazione mistica ed esoterica.
Si intitola Simbolismo mistico. Il Salon de la Rose+Croix a Parigi 1892-1897 la mostra allestita dal 28 ottobre al 7 gennaio fra le sale della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia. Curata da Vivien Greene e andata in scena negli scorsi mesi al Solomon R. Guggenheim Museum di New York, è la prima rassegna museale incentrata sui Salon de la Rose+Croix organizzati nella capitale francese alla fine dell’Ottocento su iniziativa del critico e autore rosacrociano Joséphin Péladan.
I Salon derivavano in maniera diretta dalla confraternita segreta dei Rosacroce, istituita dallo stesso Péladan: un ordine esoterico che si rifaceva al misticismo e ai riti arcani per approfondire le verità universali e raggiungere l’illuminazione.
Inaugurati nel 1892 presso la Galerie Durand-Ruel di Parigi, una volta l’anno i Salon riunivano le opere di artisti impegnati in una ricerca visiva di matrice mistico-simbolista, ricorrendo a un immaginario spesso legato alla dimensione mitologica e a molteplici riferimenti letterari.
Questi elementi caratterizzano la quarantina di opere esposte a Venezia, che contano tra gli autori personalità del calibro di Jan Toorop, Félix Vallotton, Georges Roualt e Jean Delville. La mostra lagunare, evocando la storia dei sei Salon parigini, ne mette finalmente in risalto l’importanza: vero e proprio punto di incontro fra artisti provenienti da tutta Europa, i Salon de la Rose+Croix contribuirono a scrivere un fondamentale capitolo della storia creativa ottocentesca.
[Immagine in apertura: Pierre Amédée Marcel-Béronneau, Orfeo nell’Ade (Orphée), 1897 Musée des Beaux-Arts, Marseille Photo: © Claude Almodovar/Collection du Musée des Beaux-Arts, Marseille]