Como, le nuove scoperte archeologiche del territorio in mostra

2 Ottobre 2017


Urne cinerarie e vasi per offerte, ornamenti in bronzo, ferro, ambra, pasta vitrea, elementi dell’abbigliamento, amuleti, simboli di status delle antiche popolazioni, armi e altri reperti confluiscono nel percorso espositivo della mostra Prima di Como. Nuove scoperte archeologiche dal territorio, in corso da pochi giorni presso la Chiesa di San Pietro in Atrio, nella città lombarda.
Curata da Lucia Mordeglia e Marina Uboldi, con la collaborazione di Stefania Jorio e Mimosa Ravaglia, e aperta fino al 10 novembre prossimo, la rassegna getta una nuova luce sul passato di Como, affiancando ritrovamenti archeologici recenti e testimonianze relative alle fase di popolamento dell’area.

Prima di accogliere una città romana, il territorio comasco fu sede di villaggi e gruppi di abitazioni: le testimonianze del centro protostorico, precedente alla fondazione ufficiale di Como, risalgono al I millennio a.C. I ritrovamenti emersi nel corso delle recenti ricerche hanno permesso di accrescere la conoscenza su questa specifica fase storica, mentre l’ininterrotto stanziamento delle popolazioni in quest’area e l’intensificarsi delle attività edilizie del secondo dopoguerra avevano in precedenza nascosto o cancellato i segni dell’insediamento antico. La salvaguardia di tale patrimonio è ora garantita dalla Soprintendenza Archeologica e dalle amministrazioni comunali di riferimento.

La visita alla mostra può infine rappresentazione l’occasione per sollecitare l’interesse anche nei confronti dei beni archeologici presenti in città e nei dintorni, tra cui il Museo Civico cittadino, che conserva l’originale del Carro celtico e i reperti dei passati rinvenimenti nella necropoli della Ca’ Morta, il Parco della Spina Verde, il Circolo dell’Ospedale di S. Anna e l’area delle Terme di Viale Lecco e Porta Pretoria.