Si intitola “Lala” lo struggente cortometraggio in realtà virtuale che racconta le vicende del cane appartenuto a una famiglia di ebrei polacchi, rinchiusi nel ghetto di Lodz. Una storia di amore e fedeltà, contro la barbarie nazista.
Lascia un segno indelebile nella memoria degli spettatori il film Lala, prodotto dalla USC Shoah Foundation e pubblicato su IWitness, il pluripremiato sito web usato dalla Fondazione per diffondere le testimonianze dei sopravvissuti alla Shoah e veicolare un messaggio educativo nei confronti dei giovani studenti di tutto il mondo.
Il cortometraggio di sei minuti, in realtà virtuale, rientra nell’iniziativa Stronger Than Hate, promossa dalla Fondazione per fornire agli insegnanti una serie di strumenti utili a innescare con gli allievi discussioni formative attorno ai concetti di intolleranza e odio, accrescendo il senso di responsabilità dei giovani nei confronti della Storia.
Il film trae spunto da My Dog Lala, il libro per bambini scritto da Roman Kent, sopravvissuto all’Olocausto e voce narrante della pellicola. La trama ruota appunto attorno a Lala, il cane appartenuto a Kent e alla sua famiglia. Nel 1939 lo scrittore e i suoi parenti furono costretti dai nazisti ad abbandonare la loro casa – e Lala – per raggiungere il ghetto di Lodz. Nonostante la lunga distanza che li separava, ogni notte Lala raggiungeva i suoi amati proprietari per poi fare ritorno, all’alba, dai suoi cuccioli lasciati al sicuro nella ex fabbrica della famiglia.
Per molte notti Lala portò gioia e serenità nella vita di Kent, fino al malaugurato giorno in cui agli ebrei fu proibito di possedere cani. Costretti a consegnare Lala ai nazisti, Kent e la sua famiglia non la rividero più.
Nonostante l’amara conclusione della vicenda, la storia di Lala, come sottolineato da Kent, vuole essere un messaggio di speranza, a riprova che l’amore è sempre più forte dell’odio.