Autore di "un linguaggio artistico universale e una poetica irripetibile", Miró era profondamente legato all'isola dov'era nata sua madre, Maiorca. Sui lavori realizzati proprio in quella terra, nell'arco dell'ultimo trentennio della sua vita, si concentra un'importante retrospettiva in corso a Torino.
130 opere, con una prevalenza di tele a olio di grande formato, cinque sezioni tematiche e oltre tre mesi di apertura per la monografica che Palazzo Chiablese, a Torino, dedica alla figura chiave dell’arte catalana del Novecento: Joan Miró.
Grazie al prestito della Fundació Pilar i Joan Miró a Maiorca, il capoluogo piemontese accoglie infatti Miró! Sogno e colore, un appuntamento espositivo che prende in esame la stagione creativa compresa tra il 1956 e il 1983, anno di morte dell’artista originario di Barcellona.
La mostra riunisce opere realizzate nell’isola di elezione di Mirò, Maiorca: qui visse con la moglie e qui ha sede la fondazione intitolata a entrambi. Proprio in questo luogo sono conservate un’inestimabile collezione, composta da 5mila pezzi e donata dalla coppia, nonché gli autentici “strumenti del mestiere” dell’artista, come pennelli, tavolozze e attrezzi, impiegati fino all’ultimo giorno.
Organizzata dopo le mostre focalizzate su altri nomi di punta dell’arte moderna, come Tamara de Lempicka, Matisse e Toulouse-Lautrec, Miró! Sogno e colore apre uno spaccato in un periodo fecondo della produzione artistica del maestro catalano, testimoniando anche come il suo linguaggio si sia trasferito dalla trattazione come donne, uccelli e paesaggi monocromi, verso una pittura sempre più materica.
Il risultato di questa ultima fase sono opere bidimensionali, realizzate con le dita e con i pugni spalmando gli impasti su compensato, cartone e materiali di riciclo, e anche sculture, frutto delle sperimentazioni condotte su diversi materiali, collage e “dipinti-oggetto”.
Nelle cinque sezioni espositive della mostra – Radici; Principali influenze artistiche di Miró; Maiorca. Gli ambienti in cui creava; La metamorfosi plastica (1956-1981); Vocabolario di forme – sarà possibile cogliere anche connessioni e influenze con autori che suscitarono l’interesse del maestro catalano o con particolari correnti artistiche: è il caso di Antonio Gaudí e delle suggestioni esercitate dall’estetica e dalla filosofia orientale.
A questo proposito, Enrica Pagella – Direttore Musei Reali Torino – ha osservato come “sull’arte di Miró ha avuto una forte influenza anche la cultura orientale: l’artista condivise infatti con molti altri artisti della sua generazione una grande sensibilità verso l’estetica giapponese e sperimentò una pittura ancora più essenziale già a cominciare dal viaggio a Tokyo per la grande mostra a lui dedicata. Infine, il profondo sentimento della natura, vibrante nella luce mediterranea, come accade anche a Picasso o Dalí, gli offre i temi sui quali soffermarsi e che costituiscono il patrimonio di figure che si presenta al visitatore.”
Miró! Sogno e colore resterà aperta fino al 14 gennaio prossimo.
[Immagine in apertura: Joan Miró, Maqueta para Gaudí X, dettaglio, 1975 [ca] © Successió Miró by SIAE 2017, Archive Fundació Pilar i Joan Miró a Mallorca. Photo by Joan Ramón Bonet & David Bonet]