Una delle colonne portanti del movimento surrealista è in scena nella Grande Mela. All’interno di una rassegna che ne evoca la rivoluzionaria carriera artistica.
Fino al primo gennaio, il MoMA – Museum of Modern Art di New York fa da cornice a Max Ernst: Beyond Painting, l’esposizione monografica dedicata a uno dei capostipiti dell’estetica surrealista. Originario della Germania ma naturalizzato francese, l’artista fu animato da un incessante afflato sperimentale, che lo portò a concepire alcune fra le opere più emblematiche del secolo scorso.
Come sottolineato dal titolo stesso della mostra americana, Ernst fu in grado di andare oltre i dettami pittorici, sviluppando un’indagine visiva di grande impatto, con l’obiettivo di dare forma agli aspetti più irrazionali e difficili da intendere che attraversavano l’epoca a cavallo fra i due scontri mondiali.
Gli oltre cento lavori in mostra testimoniano tutta la libertà espressiva di cui si fece promotore l’artista, adottando un registro pittorico che sfidava le convenzioni del tempo e dava spazio a tecniche e materiali lontani dalla “norma”, come il collage e il frottage. Non mancano la scultura ‒ basata anche sull’uso di pietra dipinta e bronzo ‒ i libri illustrati e i collage.
La rassegna newyorkese offre al pubblico un esaustivo colpo d’occhio sull’immaginario e la poetica di Ernst, mettendo in luce l’evoluzione del suo stile ‒ dagli esordi dada e surrealisti fino agli ultimi capolavori. Fra questi spicca 65 Maximiliana, ou l’exercice illégal de l’astronomie, del 1964, un libro illustrato, recentemente acquisito dal MoMA, composto da 34 acquetinte, una serie di motivi tipografici inventati e un geroglifico ideato da Ernst.
[Immagine in apertura: Max Ernst, Loplop Introduces Members of the Surrealist Group (Loplop présente les membres du groupe surréaliste, dettaglio, 1931. The Museum of Modern Art, New York. Purchase, 1935. Photo: John Wronn. © 2017 Artists Rights Society (ARS), New York / ADAGP, Paris]