La città ravennate sta per accogliere una grande mostra dedicata a un legame che affonda le radici nel passato: quello fra mosaico e scultura, declinato da artisti di fama mondiale.
Si intitola Montezuma, Fontana, Mirko. La scultura in mosaico dalle origini a oggi la mostra allestita presso il MAR – Museo d’Arte della Città di Ravenna, nell’ambito della quinta edizione di Ravenna Mosaico ‒ Rassegna Biennale di Mosaico Contemporaneo, dal 6 ottobre al 7 gennaio prossimi.
Il cuore pulsante dell’esposizione sarà il rapporto tra la scultura e il mosaico, indagato attraverso le molteplici declinazioni di questo legame messe in campo dagli scultori a partire dagli anni Trenta del Novecento, quando Gino Severini diede nuova vita alla tecnica musiva applicandola alla decorazione architettonica.
Da queste basi si svilupparono le ricerche plastiche mosaicate di Lucio Fontana e Mirko Basaldella, i quali trassero ispirazione anche dai manufatti mesoamericani, che entrambi ebbero modo di ammirare in situazioni diverse, complice l’interesse dell’epoca verso l’antica arte dell’America Latina, testimoniata dalla mostra allestita a Roma nel 1933.
Affievolitasi negli anni Cinquanta, la passione degli scultori per il mosaico si rianimò negli anni Sessanta e Settanta con Zavagno e Licata per poi intensificarsi con Antonio Trotta, Athos Ongaro e la Transavanguardia di Paladino e Chia, nel solco di una metodica ricerca su questa storica tecnica che caratterizzò gli anni Ottanta, raggiungendo anche l’epoca più recente. Il tutto senza dimenticare il design, che vede in Mendini e Sottsass gli interpreti più fervidi di questa tendenza.
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