Il Musée de l’Elysée di Losanna scandaglia in profondità l'opera artistica di Gus Van Sant, grazie a una mostra e a una retrospettiva dedicata alle sue pellicole. Fino al 7 gennaio prossimo.
Frutto di una coproduzione tra La Cinémathèque française, il Museo Nazionale del Cinema di Torino, il Musée de l’Elysée e la Cinémathèque suisse, entrambi con sede a Losanna, la mostra Gus Van Sant indaga, per la prima volta in maniera ampia e scrupolosa anche in Svizzera, la figura del regista, sceneggiatore, fotografo, musicista e scrittore statunitense, classe 1952.
Autore di pellicole cult, dall’hollywoodiano Will Hunting – Genio ribelle ai film indipendenti Elephant e Paranoid Park, il pluripremiato artista viene presentato attraverso un viaggio multidisciplinare, che ne scandaglia la produzione svelando le connessioni tra cinema, musica, pittura e fotografia.
Articolato in cinque sezioni – Cinepark; Photography; Constellations; Music; Painting – il percorso espositivo ricostruisce il profilo del cineasta e artista visivo, proponendo una sorta di “immersione” nel suo eclettico universo, da sempre contraddistinto da un notevole slancio creativo. Le opere in mostra, tra cui una selezione di polaroid scattate da Gus Van Sant durante le sessioni di casting per i suoi primi film, evidenziano l’influenza che hanno esercitato nella sua opera alcune correnti artistiche e di pensiero della società statunitense, nonché le relazioni stabilite nel tempo con importanti artisti internazionali. Una testimonianza in questo senso è offerta dalle colonne sonore scritte per i suoi film, al centro della sezione sulla musica, che sono state composte tra gli altri da David Bowie, dai Red Hot Chili Peppers e dagli Hansons.
Il 25 ottobre, con la proiezioni di Drugstore Cowboy si aprirà la retrospettiva che ripercorre per intero la sua carriera cinematografica: Gus Van Sant sarà presente a questo primo appuntamento. Il ciclo proseguirà nei mesi di novembre e dicembre alla Cinémathèque suisse di Losanna, dando spazio anche ai cortometraggi realizzati a partire dalla fine degli anni Settanta.
Accompagnato da 200 illustrazioni, il volume Gus Van Sant / Icônes permette infine di approfondire l’eterogeneità del suo metodo, esplorando anche opere e artisti, di ieri e di oggi, riconosciuti dal cineasta come propri riferimenti: dalle correnti beat, pop, rock fino a figure come William S. Burroughs, William Eggleston e Harmony Korine.
[Immagine in apertura: Gaby Nevins in Paranoid Park, regia di Gus Van Sant, 2007 © 2007 MK2]