In occasione del Festival International des Arts de Bordeaux Métropole, il collettivo artistico Luzinterruptus ha proposto un nuovo intervento della cosiddetta "green action", continuando a sollecitare l'interesse un vasto pubblico sulle questioni ambientali di interesse collettivo.
Nato nel 2016 dall’unione tra le kermesse Novart e Des souris, des hommes, il Festival International des Arts de Bordeaux Métropole si è svolto nell’arco di tre settimane, dal 5 al 25 ottobre, nella città francese di Bordeaux.
Caratterizzata da un approccio multidisciplinare e trasversale, quest’anno la manifestazione ha accolto tre progetti principali, estesi anche alla scala urbana.
Oltre all’installazione Bassins à Flor di Carabosse Company, formazione che concepisce il fuoco come parte integrante del proprio linguaggio, e allo show Far Ouest firmato Opéra Pagai, il collettivo artistico spagnolo Luzinterruptus ha presentato un nuovo intervento di matrice ambientalista, in linea con la propria mission.
Allo scopo di “rappresentare graficamente l’eccesso di plastica” accanto alla quale viviamo, gli artisti di questa formazione, coadiuvati più di 30 volontari dell’Asociacion Bénévoles en Action, hanno riempito tutte le aperture di uno storico edificio cittadino con oltre 6000 sacchetti messi a disposizione dagli store locali. Per quattro giorni, anche nelle ore notturne, porte e finestre hanno cambiato quindi aspetto, suggerendo ai passanti l’idea che la struttura potesse essere sul punto di esplodere a causa del suo eccezionale carico di spazzatura. Naturalmente, tutto il materiale plastico impiegato nella realizzazione dell’installazione è stato poi recuperato secondo le normative vigenti a Bordeaux al termine dell’operazione e l’edificio non ha subito modifiche permanenti.
Attraverso questa provocatoria operazione, Luzinterruptus ha voluto accendere i riflettori sulla strabordante presenza di plastica nel nostro mondo, invitando gli osservatori a riflettere sull’impiego, spesso sconsiderato, di involucri, contenitori, sacchetti e altri supporti che avvolgono praticamente tutto quello che consumiamo giorno dopo giorno. Sono davvero necessari? Questa la domanda rivolta a tutti che l’opera Plastic We Live With ha voluto lanciare.