Originaria di Venezia e di base in Irlanda, con una specializzazione in botanica conseguita all’Università di Galway, l'artista Drik Dickinson svela a Verona dieci suoi nuovi lavori. Continuando a misurarsi con il tema della Vanitas.
Unificati dall’essere stati immortali in studio, i soggetti della nuova serie di fotografie che l’artista Drik Dickinson sta presentando negli spazi di Studio la Città, a Verona, si relazionano tutti con la multiforme dimensione dell’acqua.
Veneziana di nascita ma irlandese d’adozione, in occasione della mostra Inside Dickinson espone infatti dieci lavori in cui continua a relazionarsi con il tema della Vanitas, proseguendo con l’itinerario cui la sua intera opera è intimamente legata.
Come lascia intendere anche dal titolo di questa nuova personale, nella serie esposta l’acqua prende le distanze dalle composizioni casuali, legate alla fotografia all’aperto, nelle quali incidono elementi come il tempo, la corrente e la luce.
L’elemento acquatico, presenza imprescindibile sia visivamente sia allegoricamente nel linguaggio di Drik Dickinson, appare così “costretto all’interno di secchi, recipienti avvolti da strati di plastica e dove, a volte, l’elemento floreale è invece finto, sia esso nel pieno della sua fioritura o nella fragilità del suo avvizzimento.”
A riguardo, la stessa artista ha sottolineato come “l’acqua, visione e allegoria, è il tema che mi domina. La trasparenza mi porta al fondo oltre lo specchio, il fondo mi riporta alle domande della superficie. Continuare e fermare: a volte ho l’impressione che il mio lavoro sia una testimonianza privata, da confessare a nessuno, sulla caducità della vita come la sento, come si presenta ai miei occhi, materialmente.”
[Immagine in apertura: Drik Dickinson, Inside 62#, 2016, Ed. 1/5. Immagine nell’articolo: Drik Dickinson, Inside 41#, 2017, Ed. 1/5]