Colori brillanti e potenti, rappresentazioni di paesaggi, ritratti forti e affascinanti: l'intera produzione dell'artista estone Konrad Mägi è al centro di una mostra senza precedenti per l'Europa, in corso a Roma.
In occasione del semestre estone di presidenza dell’Unione Europa e in concomitanza con il centenario della fondazione della Repubblica di Estonia, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma ospita la prima ampia mostra europea dedicata a Konrad Mägi.
Tra le figure chiave dell’arte estone del Novecento, difficile da collocare in maniera univoca in una delle correnti che si susseguirono a cavallo tra i due secoli, Mägi resta ancora ampiamente da conoscere al di fuori dei confini del Paese d’origine.
Aperta fino 28 gennaio 2018 e curata da Eero Epner, la mostra capitolina intende dunque porsi come un’occasione privilegiata per avvicinarsi al linguaggio e allo stile di questo autore, tra i rifondatori della Scuola d’Arte di Pallas, destinata a divenire un campus per decine di artisti. Nel corso della sua intensa e complessa esistenza, intervallata da momenti di crisi e prematuramente interrotta dalla morte, avvenuta nel 1925, Mägi si paragonò a “un nano soffocato dalla solitudine: incapace di fare nulla se non prendere un pennello“.
La sua produzione pittorica testimonia anche i suoi viaggi all’estero e le esperienze maturate oltre la città natale, tra cui la permanenza sull’isola di Saaremaa, rivelatasi particolarmente consona alla sua pittura, e le visite a Venezia, Capri e Roma.
[Immagine in apertura: Konrad Mägi, Motivo romano, 1921–1922, Museo nazionale d’arte, Estonia]