Nel centesimo anniversario della Rivoluzione russa, le Gallerie degli Uffizi rendono omaggio a Sergej M. Ejzenštejn, con una mostra che ne ripercorre la carriera di regista e disegnatore.
A 100 anni di distanza da un evento storico che ha modificato gli assetti politici, sociali e culturali del mondo intero, le Gallerie degli Uffizi di Firenze evocano le atmosfere della Rivoluzione russa con la mostra Ejzenštejn. La rivoluzione delle immagini, curata da Marzia Faietti, Pierluca Nardoni ed Eike Schmidt e allestita nelle Sale di Levante della sede fiorentina fino al 7 gennaio.
Regista, teorico e talentuoso disegnatore, Ejzenštejn lasciò un’impronta indelebile nell’estetica del suo tempo, collegando l’attività grafica al lavoro come cineasta attraverso il fil rouge dell’arte italiana e il rimando ai dettami visivi del tardo Medioevo e del Rinascimento. I 72 disegni esposti, provenienti dall’Archivio Statale di Letteratura e Arte di Mosca, testimoniano i richiami all’arte italiana del passato, senza tuttavia dimenticare i legami con l’epoca di Ejzenštejn, fatta di echi surrealisti e neo espressionisti.
Includendo, oltre ai disegni, anche materiali filmici ‒ con scene tratte da capolavori quali Sciopero, La corazzata Potëmkin, Aleksandr Nevskije, accostate a dettagli di opere di Leonardo da Vinci e Paolo Uccello ‒ la mostra approfondisce non solo i modelli iconografici di Ejzenštejn, ma pure la sua idea di montaggio, inteso come una sequenza che si avvicina molto alla logica delle strisce disegnate.