La città lombarda rende omaggio a uno degli artisti più incisivi della scena creativa contemporanea. Con una mostra diffusa, che ripercorre le molte tappe di una carriera trentennale.
Fino al 3 dicembre, il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano e altre tre sedi sparse per la metropoli lombarda celebrano i tre decenni di carriera di uno degli artisti più talentuosi del panorama nazionale. Io, Luca Vitone omaggia la carriera dell’autore genovese, oggi di stanza a Berlino.
Il PAC riunisce per la prima volta i lavori più significativi di Vitone, da sempre impegnato in un’indagine che mescola attualità, politica e riflessione sociale, oltre a due interventi site specific realizzati ad hoc e strettamente legati all’architettura della sede meneghina, con la curatela di Luca Lo Pinto e Diego Sileo.
Il focus espositivo non si limita agli spazi del PAC, ma prende forma anche in altri luoghi urbani. Il Complesso museale dei Chiostri di Sant’Eustorgio ospita una sezione, a cura di Giovanni Iovane, che accosta opere realizzate tra la fine degli anni Ottanta e oggi, mentre nel Museo Diocesano Vitone innesca un dialogo suggestivo con Lucio Fontana. Al Museo del Novecento, infine, l’artista allestisce per la prima volta l’opera Wide City (1998), acquisita dal Comune di Milano nel 2004 e incentrata su un modellino della Torre Velasca, attorno a cui sono disposte 180 fotografie di luoghi frequentati dalle più numerose comunità di stranieri presenti in città.
[Immagine in apertura: Luca Vitone, Imperium, 2014. Fragranza creata ispirandosi all’idea di potere. Courtesy dell’artista e Galleria Pinksummer, Genova / Galerie Nagel Draxler, Berlin, Köln / Galerie Michel Rein, Paris, Bruxelles]