A Parigi, tutti pazzi per Marlene Dietrich

13 Novembre 2017

George Hurrell, Marlene Dietrich, circa 1935-1936 © Bridgeman Images

Fra le tante proposte espositive offerte dalla capitale francese durante il mese della fotografia ‒ con la fiera Paris Photo a tenere le redini della programmazione ‒ la Maison Européenne de la Photographie riserva al suo pubblico una mostra di grande suggestione, che accende i riflettori su una indiscussa icona cinematografica del secolo scorso.

Obsession Marlene è il titolo della rassegna che, fino al 7 gennaio, riunisce fra le sale delle sede parigina oltre duecento scatti appartenenti alla raccolta di Pierre Passebon ‒ instancabile collezionista di più di 2mila ritratti di Marlene Dietrich ‒ e incentrati sull’iconica figura dell’attrice e cantante tedesca.

Emblema di talento e di un radicatissimo senso di indipendenza, Marlene Dietrich contribuì a rivoluzionare l’universo cinematografico di allora, creando attorno a sé il mito della femme fatale volitiva e del tutto capace di esprimere la propria sensualità e le proprie doti interpretative e canore. Ostile a qualsiasi forma di totalitarismo e di barbarie ‒ in un’epoca in cui il nazismo stava allungando la sua ombra sull’Europa ‒ Marlene Dietrich fece del concetto di libertà il suo vessillo, lasciando una decisiva impronta del suo passaggio nella storia della settima arte.

Irving Penn, Cecil Beaton, Richard Avedon, François Gragnon, Milton Greene, Willy Rizzo, George Hurrell e Antony Armstrong-Jones sono solo alcuni dei fotografi che immortalarono la Dietrich, cogliendone pose e sguardi ogni volta differenti, a riprova delle tante sfumature che componevano la personalità dell’artista.

[Immagine in apertura: George Hurrell, Marlene Dietrich, circa 1935-1936 © Bridgeman Images]