Fino al 25 febbraio 2018, a Vienna, la mostra "The Polaroid Project" esplora il fenomeno Polaroid esaminando i punti di intersezione tra arte e tecnologia. Oltre 100 gli artisti selezionati, tra cui Ansel Adams, Robert Mapplethorpe e Luigi Ghirri.
Esordio a Vienna per la mostra The Polaroid Project, destinata a fare tappa anche in altre località europee. Ospitata dal 18 novembre al 25 febbraio negli spazi del Westlicht Center for Photography, la rassegna punta a indagare in profondità il “fenomeno Polaroid”, a partire dal proprio debutto fino alla rinnovata popolarità della fotografia analogica istantanea in questi ultimi tempi, come attestato anche dal recente annuncio di Leica di lanciare la sua prima fotocamera istantanea.
Con l’obiettivo di testimoniare come l’azienda fondata da Edwin Land – prima di subire i contraccolpi dell’evoluzione digitale – sia stata sinonimo di creatività, innovazione e ricerca tecnologica, la rassegna affianca grandi nomi della fotografia internazionale – diversi per generazione, linguaggio e stile – che hanno fatto ricorso a questo sistema con scopi eterogenei. La disponibilità immediata dell’immagine si è infatti rivelata, nel corso del tempo, un valore aggiunto per il processo creativo di diversi autori, che potevano disporre di uno strumento in più per il controllo del proprio lavoro.
Complessivamente il percorso espositivo riunisce circa 200 fotografie, opera di quasi 100 fotografi, tra cui Andy Warhol, Sibylle Bergemann, Anna e Bernhard Blume, Guy Bourdin, Luigi Ghirri, Richard Hamilton, Robert Heinecken, Robert Mapplethorpe, Robert Rauschenberg, Lucas Samaras, solo per citarne alcuni.
Non è un caso che il “viaggio” della mostra The Polaroid Project inizi da Vienna: dal 2010 nella capitale austriaca è stata fissata la sede della International Polaroid Collection, salvata dalla vendita grazie all’iniziativa dell’ex fotografo e collezionista Peter Coeln, cui si deve la fondazione del Museo WestLicht Schauplatz.