Con l’apertura della retrospettiva dedicata alla poliedrica figura di Achille Calzi, prendo avvio al MIC di Faenza un percorso di conoscenza finalizzato alla riscoperta dei Maestri, tutti di nascita faentina, artefici della vivacità culturale ed artistica locale.
Prematuramente scomparso nel 1919, Achille Calzi è al centro di un importante appuntamento espositivo ospitato, fino 18 febbraio 2018, al MIC – Museo Internazionale delle Ceramiche, di Faenza. Curata da Ilaria Piazza, che ha studiato approfonditamente il fondo donato dagli eredi dell’artista all’istituzione faentina nel 2013, Tra Simbolismo e Liberty: Achille Calzi ricostruisce il profilo di un autore complesso.
Nato in una famiglia che vantava generazioni di artisti e maiolicari, pittore, disegnatore, direttore della Pinacoteca, del Museo Civico e della Scuola di Disegno e Plastica di Faenza, storico dell’arte e docente, Calzi collaborò con la manifattura faentina Fratelli Minardi nel 1903.
Rivestì la carica di direttore per le fabbriche Riunite Ceramiche, dal 1905 al 1909, e in questa veste si dedicò alla progettazione di ceramiche d’uso e per l’architettura, di camini da salotto, di piastrelle per esterni.
Artefice di un cambiamento linguistico e artigianale, “incarna la moderna figura dell’artista progettista, facendosi interprete del principio modernista dell’arte in tutto, attraverso le numerose collaborazioni con le principali manifatture faentine attive nei settori della ceramica, dell’ebanisteria e dei ferri battuti e nell’impegno profuso nel campo della grafica”, come ha sottolineato la curatrice.
Accompagnata da una pubblicazione monografica, Tra Simbolismo e Liberty pone l’accento sulla poliedricità di questa figura, capace di porsi anche come figura di riferimento nel contesto culturale faentino e di affiancare alla produzione nel campo della ceramica anche l’interesse per altri generi artistici, tra cui la pittura da cavalletto e la caricatura.
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